TESTO DI MARGHERITA DALLAI / FOTO DI GUY BOUCHET
NEL RIFUGIO DI COSIMO GABRIELLI A LECCE TRA LE SUE OPERE E GLI OGGETTI CHE AMA. UN AMBIENTE RITAGLIATO E COSTRUITO PER CREARE ATMOSFERE E TRARNE ISPIRAZIONE
Nel centro di Lecce, fra le chiese e i palazzi cesellati da finissimi decori barocchi, Cosimo Gabrieli ha il suo rifugio. Una casa-studio dove vive e crea i suoi collage, ormai famosi a un pubblico ristretto e raffinato di amatori. Le pareti sono candide, gli spazi ariosi, i mobili, come gli oggetti, pochi e scelti con cura. “Il bianco è un colore che amo, in generale. E per la mia casa ho pensato che, come una pagina vuota di un libro che pian piano si riempie di parole per raccontare storie, io potevo fare altrettanto con gli oggetti e i mobili degli ambienti”, spiega. E poiché con il collage Cosimo non fa poi un’operazione così diversa, assemblando figure diverse che sceglie a una a una per affinità d’elezione e che dispone amorevolmente su sfondi creando ambienti e atmosfere familiari legate al mondo dei ricordi o della memoria onirica, il risultato è molto piacevole. “Gli oggetti della mia abitazione vengono prevalentemente da mercatini parigini e londinesi e da piccoli antiquari partenopei. La storia di ogni oggetto mi è ignota ma, pur non avendo nessun rapporto con me, mi è allo stesso tempo, e per misteriose vie, familiare. Con ognuno ho un rapporto di fascinazione e di familiarità: nessun oggetto ha un significato solo decorativo, nessuno è passato per la categoria dell’elezione. Con la mia piccola collezione di ritratti per esempio, alcuni noti, alcuni sconosciuti, la confidenza è totale, e con i volti raffigurati, ormai numi tutelari della mia abitazione, dialogo quotidianamente”, continua. La casa di Cosimo è come un suo collage. Ritagliata e costruita per creare atmosfere e ispirazioni. Per questo è candida e non sopraffatta da colori e decorazioni. È il suo studio allargato, dove le sue idee possono spaziare libero e giocose. “Il bianco non è solo il colore che amo, ma quello che mi trasmette serenità. Anche per i fiori che prediligo, le rose, la scelta cade sempre e inesorabilmente, sulla medesima tonalità”, precisa. “Ho bisogno di tranquillità, di oggetti e colori che non creano ansia e che trasmettono calma e intimità. Così sono libero di immaginare le storie da trasferire nei miei collage”. I vasi giustiniani, i quadretti di legno di fattura popolare pugliese, le chinoiserie, il mobile impero napoletano, periodo prediletto da Cosimo, sono il contorno silenzioso e amico della sua fantasia.