Dopo Jeff Koons, Jan Fabre Ai Wei Wei, la capitale italiana del Rinascimento mette a segno un nuovo grande colpo sul contemporaneo. A Firenze, infatti, dal 10 marzo al 23 luglio, arriverà uno dei maestri che ha saputo attraversare lo spazio e la storia della videoarte: Bill Viola (New York, 1951).

A Palazzo Strozzi, per la precisione, andrà in mostra una delle tematiche più calde del dibattito attuale, ovvero, il rapporto tra arte e tecnologia, declinata secondo la sensibilità dell’artista newyorkese. Bill Viola è internazionalmente riconosciuto come uno dei più importanti artisti contemporanei, autore di videoinstallazioni, ambienti sonori e performance che propongono al pubblico straordinarie esperienze di immersione tra spazio, immagine e suono. Esplorando spiritualità, esperienza e percezione, Viola indaga l’umanità: persone, corpi, volti sono i protagonisti delle sue opere, caratterizzate da uno stile poetico e fortemente simbolico in cui l’uomo è chiamato a interagire con forze ed energie della natura come l’acqua e il fuoco, la luce e il buio, il ciclo della vita e quello della rinascita.

Non è un caso che la mostra si terrà nel capoluogo toscano, dove l’artista americano ha vissuto dal 1974 al 1976 e lavorato in qualità di direttore tecnico di art/tapes/22, centro di produzione e documentazione del video diretto da Maria Gloria Conti Bicocchi. A tal proposito ha dichiarato: “Sono davvero felice di recuperare le mie radici italiane e di avere l’occasione di ripagare il mio debito con la città di Firenze attraverso le mie opere. Dopo aver vissuto e lavorato a Firenze negli anni settanta, non avrei mai immaginato di avere l’onore di realizzare una così grande mostra in una istituzione così importante come Palazzo Strozzi”.

L’evento, oltre alla mostra, prevede due visite, una al Battistero di San Giovanni e l’altra al Museo dell’Opera del Duomo, che ospiteranno, rispettivamente, i video Observance (2002) e Acceptance (2008), entrambi sul tema del dolore. Si instaurerà, così, uno straordinario dialogo tra antico e contemporaneo, attraverso il diretto confronto delle opere di Viola con quei capolavori di grandi maestri del passato, che sono stati fonte di ispirazione per l’artista americano e ne hanno segnato l’evoluzione del linguaggio.

La rassegna, curata da Arturo Galansino (direttore generale, Fondazione Palazzo Strozzi) e Kira Perov (direttore esecutivo, Bill Viola Studio), si presenta, dunque, come un evento imperdibile, da segnare assolutamente in agenda.
Piero Di Cuollo

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Artribune
Fondazione Palazzo Strozzi