Una villa in stile modernista, immersa in un grande parco a poca distanza dalla città svizzera di San Gallo, nel 2008 è diventata la dimora di Camilla e Michael Fischbacher, rispettivamente Creative Director e CEO dell’azienda di famiglia, la Christian Fischbacher. Un brand di prestigio che da più di 200 anni crea raffinati tessuti per l’arredamento, tappeti, tappezzeria e accessori dedicati a spazi privati e pubblici. La casa è stata voluta, a metà degli anni 50, da Christian Fischbacher IV, nonno di Michael, una volta rientrato dagli Stati Uniti, dove aveva vissuto dal 1939 al 1953.

“Una volta tornati in Svizzera, mio nonno e la sua prima moglie hanno comprato insieme un piccolo palazzo a San Gallo. Ma, abituati alle distese e all’ampiezza degli spazi americani, hanno acquistato questo terreno in campagna per costruire la loro casa. Era una scelta, almeno in Europa, molto originale, perché negli anni 50 le persone preferivano vivere in città. Anche a San Gallo, chi poteva permetterselo, preferiva vivere in centro oppure sulla collina. Lui invece non era interessato a uno stile di vita urbano e, intorno al 1955, ha preferito comprare questo appezzamento, di circa 40.000 metri quadrati, immerso nella natura. La casa poi è stata portata a compimento nel 1959”.
Autore del progetto, l’architetto Hermann Guggenbühl, che ha creato uno spazio caratterizzato da volumi puri e geometrie rigorose, ambienti ampi e luminosi, con grandi vetrate che inquadrano il giardino. “Le stesse caratteristiche delle case progettate in quel periodo in California da Richard Neutra, maestro dell’International Style, che è stato sicuramente fonte di ispirazione per questo progetto”.

La villa conserva intatti il suo carattere e la sua modernità, anche negli arredi originali dell’epoca, fatti arrivare da Christian Fischbacher IV dagli Stati Uniti, che hanno superato la prova del tempo, sia dal punto di vista estetico, sia da quello funzionale. Gli attuali proprietari hanno deciso di farne la loro dimora una volta tornati dal Giappone, apportando soltanto piccole modifiche, relative soprattutto alle infrastrutture tecnologiche e personalizzando la casa con le loro opere d’arte, acquistate durante i molti viaggi. Tutto questo, senza tuttavia modificare l’aspetto generale. “Ogni pezzo in questa casa ha una storia, ed è legato a ricordi personali”, spiega Michael. “Dalla statuetta di bronzo del dio indiano Shiva nel giardino, ai paraventi giapponesi con fondo d’oro, ai due Khmer scolpiti. E ovviamente, i tappeti persiani: “Molti di loro, come per esempio il grande Sarouk nella sala da pranzo sono regali di mio padre, che è un vero intenditore”, precisa Camilla.

I suoi album fotografici rilegati in lino, conservati gelosamente dalla famiglia, contengono immagini del Siam o di Ceylon, di guerrieri Masai o di belle ragazze malesi. Sempre nello scaffale, più in alto, antiche ceramiche persiane del X e XII secolo. Alla parete sono appese alcune opere fotografiche di Camilla.

Anche il giardino è in gran parte rimasto fedele all’impianto originario, con il campo da tennis e la grande piscina circondata da alberi divenuti imponenti, quali Liquidambar styraciflua, Acer saccharinum, Carpinus betulus, Populus x canadensis, querce e betulle che in autunno si colorano magnificamente, con una gamma di tinte che virano dal giallo al rosso, al rame e al viola. Sono solo state effettuate aggiunte nella parte più strettamente ornamentale: erbacee perenni, bulbose e arbusti, principalmente rododendri, rose e ortensie, le cui fioriture si succedono nel tempo, piantati in luoghi strategici del giardino, e facendo arrampicare un glicine su una delle pareti esterne. La scelta delle piante consente di godere, dalle ampie vetrate affacciate sul giardino, un paesaggio che muta nelle stagioni riservando sempre nuove ed emozionanti sorprese.
