Art Déco: la joie de vivre!

Dalla scorsa settimana fino al 18 giugno 2017 presso i Musei San Domenico a Forlì, è possibile visitare uno tra i più attesi eventi d’arte: stiamo parlando di Art Déco – Gli anni ruggenti in Italia. Dopo le grandi mostre dedicate a Novecento e al Liberty, nel 2017 Forlì dedica una grande esposizione all’Art Déco italiana.

Che cosa significa Art Déco?

Si tratta di un linguaggio che ha caratterizzato la produzione artistica italiana ed europea negli anni Venti e amaericana dopo il 1929. Uno stile di vita eclettico, mondano, internazionale, dove c’era una ricerca sfrenata del lusso e di una joie de vivre da parte di quella grande borghesia produttiva e industriale a livello internazionale. Dieci anni sfrenati, ruggenti mentre la storia disegnava, tra guerra, rivoluzioni e inflazione, l’orizzonte cupo dei totalitarismi.

La relazione con il Liberty, che lo precede cronologicamente, fu di continuità, poi di superamento, fino alla contrapposizione. L’idea stessa di modernità, la produzione industriale dell’oggetto artistico, il concetto di bellezza nella quotidianità cambiano totalmente: con il superamento della linea flessuosa, serpentina e asimmetrica legata ad una concezione simbolista che vedeva nella natura vegetale e animale le leggi fondamentali dell’universo, nasce un nuovo linguaggio artistico.

Il gusto Déco fu lo stile delle sale cinematografiche, delle stazioni ferroviarie, dei teatri, dei transatlantici, dei palazzi pubblici, delle grandi residenze borghesi: si trattò, soprattutto, di un formulario stilistico, che ha influenzato a livelli diversi tutta la produzione di arti decorative, dagli arredi alle ceramiche, dai vetri ai ferri battuti, dall’oreficeria ai tessuti alla moda negli anni Venti e nei primissimi anni Trenta, così come la forma delle automobili, la cartellonistica pubblicitaria, la scultura e la pittura in funzione decorativa.

Le ragioni di questo nuovo sistema espressivo e di gusto si riconoscono in diversi movimenti di avanguardia (le Secessioni mitteleuropee, il Cubismo e il Fauvismo, il Futurismo), mentre tra i protagonisti internazionali del gusto vanno ricordati almeno i nomi di Ruhlmann, Lalique, Dupas, così come la ritrattistica aristocratica e mondana di Tamara de Lempicka e le sculture di Chiparus, che alimenta il mito della danzatrice Isadora Duncan.

La nascita del design italiano

Ma la mostra ha soprattutto una declinazione italiana, infatti il fenomeno Déco attraversò con forza dirompente il decennio 1919-1929 con arredi, ceramiche, vetri, metalli lavorati, tessuti, bronzi, stucchi, gioielli, argenti, abiti impersonando il vigore dell’alta produzione artigianale e industriale, contribuendo alla nascita del design e del Made in Italy.

Esplode negli anni Venti una produzione straordinaria di oggetti e di forme decorative: dagli impianti di illuminazione di Zecchin, di Venini e della Fontana Arte di Pietro Chiesa, alle ceramiche di Gio Ponti e Guido Andlovitz, dalle sculture di Adolfo Wildt, Arturo Martini e Libero Andreotti, alle ceramiche Lenci o alle originalissime sculture di Sirio Tofanari, dalle bizantine oreficerie di Ravasco, agli arredi di Buzzi, Ponti e Portaluppi, dalle sete preziose di Ravasi, Ratti e Fortuny ai moderni figurini di Thayath per Madeleine Vionnet, come agli arazzi in panno di Depero.

Sfogliate la nostra gallery per alcune anticipazioni su questo evento d’arte imperdibile!

Informazioni sulla mostra:

mart/ven: 9:30-19:00

sabato, domenica, giorni festivi: 9:30-20:00

Via