Immersa nel suo sito naturale e appartato sull’isola di Syros in Grecia, villa Viglostasi abbraccia la tradizione dando vita a un’architettura topografica essenziale, ricca di autentico fascino. Diceva Frank Lloyd Wright che “un profondo sentimento per la bellezza del suolo sarebbe fondamentale nell’edilizia della nuova città: cercando la bellezza del paesaggio non tanto per costruirci sopra, quanto per servirsene nella costruzione”. Con questo approccio gli edifici non dovrebbero soltanto innalzarsi verso il cielo ma radicarsi nel terreno, come fanno le piante.
Un pensiero che dalla nascita dell’architettura organica ha preso vita in numerosi progetti architettonici e di land art che hanno fatto della superficie terrestre il loro ambito di riflessione e sperimentazione. Tra questi, per citarne alcuni, i lavori degli architetti Emilio Ambasz, Foreign Office Architects e Junya Ishigami o degli artisti Michael Heizer, Arnaldo Pomodoro e Alberto Burri. La questione non riguarda solo le azioni che sul suolo vengono compiute – tagliare, alzare, coprire e modellare – ma, più in profondità, la concezione degli edifici come topografie, morfologicamente ispirati alla natura o alla città storica.
È questo il punto di partenza del progetto Viglostasi a Syros, isola dell’arcipelago delle Cicladi, presentato in queste pagine. Opera dello studio ateniese Block722, fondato nel 2009 dall’architetto Sotiris Tsergas e dall’interior designer Katja Margaritoglou, il complesso si ispira al modello topografico dei piccoli villaggi dell’Egeo: costellazioni minimaliste di volumi bassi che spesso si trovano distese sulle colline, affacciate sul mare.
Da lontano il complesso appare come un tradizionale insediamento arroccato sui pendii rocciosi del Mar Mediterraneo, ma è in realtà un’unica casa vacanze privata, commissionata da una famiglia di quattro persone, innamorate dell’isola di Syros e del mare, che voleva costruire il rifugio dei propri sogni secondo i principi tradizionali dell’architettura cicladica, armoniosamente integrata nel paesaggio. “Con volumi e forme semplici e monolitiche, materiali naturali come pietra, marmo, legno e colori neutri che rievocassero nella loro mente le esperienze piacevoli avute passeggiando nella campagna e nei villaggi di Syros, nelle sue piazze e nei suoi vicoli.
E un’ideale spiaggia privata come omaggio al loro rapporto speciale con il mare” raccontano gli architetti a proposito del brief dei clienti. Il lavoro sul suolo, con la sua propria stratificazione e pendenza, come soggetto partecipe nell’invenzione architettonica ha reso possibile la fusione con il paesaggio, attraverso la frammentazione in volumi dissimulati nel contesto naturale e giocando sull’ambiguità del rapporto interno-esterno. Facendo di natura e artificio elementi inscindibili.
Pensato per capitalizzare lo stile di vita lento abbracciato da chi vive a Syros, il complesso di 500 metri quadrati si compone di volumi bassi e ortogonali, disposti attorno a una rete di percorsi che collegano una serie di spazi chiusi, terrazze, giardini e patii. La casa principale contiene un soggiorno a pianta aperta, una camera da letto principale e una seconda camera da letto. Due case per gli ospiti sono collegate alla residenza principale attraverso servizi comuni.
Una piazza centrale all’aperto riunisce tutto e rappresenta il fulcro della circolazione dell’insieme, conducendo verso la piscina a sfioro lunga 25 metri e la terrazza lounge all’estremità inferiore del lotto. Lo specchio d’acqua artificiale offre una vista ininterrotta verso l’orizzonte, mentre sotto di essa si nascondono una palestra e una terrazza per lo yoga in piena privacy.
Massimizzando il potenziale di un sito difficile da gestire, la dimora è distribuita su diversi livelli che permettono di gestire la forte pendenza, aprire la vista sul paesaggio da quasi ogni punto e incarnare il vernacolo caratteristico dell’isola. Le tonalità chiare e ispirate alla natura, i pavimenti in terrazzo palladiano, le persiane e i pergolati tradizionali, il giardino di specie mediterranee e il tetto verde accentuano ulteriormente questa sensazione. Gli interni seguono la stessa filosofia, con materiali naturali e decorazioni semplici con colori neutri che enfatizzano il più possibile la vista.
“L’obiettivo era quello di dare vita a un design senza tempo. I dettagli della lavorazione del legno, la scelta di materiali come il marmo per la pavimentazione e l’applicazione di tecniche tradizionali locali offrono calma e intimità. Le bucature tipiche del luogo che incorniciano la vista, combinate con l’elemento d’acqua, avvicinano il mare alla residenza, mentre le grandi aperture dell’ingresso uniscono l’interno con l’esterno portando la natura – verde, luce ed aria – nella residenza. Così indoor e outdoor si integrano costantemente, creando una narrazione che accompagna da uno spazio all’altro”.
Il raffinato minimalismo si ritrova negli arredi, che dialogano con l’architettura e gli interni. “Anche per i mobili e i complementi le scelte hanno guardato agli elementi tradizionali. Soggiorni scolpiti nella parete, arredi in legno, tecniche artigianali come l’intreccio di vimini, utilizzate per realizzare le testiere dei letti, sottolineano le caratteristiche cicladiche, che combinate con le geometrie del legno, del metallo e degli oggetti in ceramica offrono un design autentico e fresco. greciamia.it
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