“D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda”. Questa citazione di Italo Calvino sembra incarnare il sentimento che emerge dal lavoro fotografico di Veronica Gaido intitolato Invisible City, ha scritto Maria Vittoria Baravelli, curatrice della mostra in programma fino al 10 gennaio 2024 nelle sale dell’antico complesso di Sant’Agostino a Pietrasanta, storico capoluogo della Versilia, considerato la meta perfetta per gli amanti dell’arte, sia classica sia contemporanea.
Città natale di Giosuè Carducci, tra Forte dei Marmi e le Alpi Apuane, la cittadina è un museo a cielo aperto, il cui raffinato centro storico è un continuo stimolo visivo, costellato di opere, case d’artista, boutique, enoteche, ristoranti e gallerie, laboratori artigianali e fonderie artistiche. Inaugurato lo scorso 19 ottobre in occasione di Pietrasanta Design Week-end, ideata da Paola Silva Coronel, l’esposizione ha presentato il lavoro sulle architetture delle grandi metropoli del mondo – New York, Pechino, Miami, Tokyo, Milano – che la fotografa porta avanti dal 2015.
Una ricerca che si avvicina molto più alla rappresentazione pittorica che alla fotografia documentaria; non si approssima all’oggettività del paesaggio urbano ma tende a una propria sensibilità artistica e aspira a una, quasi astratta, autonomia estetica. La “città invisibile” di Veronica Gaido è una città smaterializzata, aliena e fantastica, che trae ispirazione dalla raccolta Città invisibili di Italo Calvino, e dalla pittura dinamica dei futuristi.
Veronica Gaido, viareggina, classe 1974, usa infatti la macchina fotografica “come se fosse un pennello”. Grazie alla tecnica della lunga esposizione richiama una certa iconografia pittorica che va oltre il visibile e si avvicina a quei dettagli e a quelle contraddizioni che assumono un significato misterioso e soggettivo per ciascuno. Le immagini in mostra sono tutte di grande formato con stampa fine art a colori. wikipedia.org
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