Noto per essere uno dei massimi rappresentanti del funzionalismo in Svezia, Uno Ahren è stato, non solo architetto ed urbanista, ma anche scrittore e artigiano.

Formazione

Uno Emrik Åhrén (6 agosto 1897-8 ottobre 1977) conosciuto anche soltanto come Uno Ahren è nato il 6 agosto 1897 a Stoccolma ed è morto ad Arvika l’8 ottobre 1977. Nel 1918 si è laureato come architetto presso l’Istituto reale di tecnologia di Stoccolma dedicandosi successivamente alla progettazione di edifici urbani ma anche all’urbanistica.

Le prime opere di Uno Ahren

Il primo progetto come architetto risale al 1917 con un interno alla Home Exhibition, una mostra organizzata dalla Swedish Crafts Association presso la galleria d’arte di Liljevalch nella capitale svedese.
Partecipò anche ad molte altre mostre come per esempio la Building and Living Exhibition di Äppelviken del 1927 progettando tre ville delle 30 presenti e all’Esposizione di Stoccolma del 1930 ideando mobilio e appartamenti nella sezione dedicata alle persone con risorse economiche limitate. Insieme a Sven Markelius, progettò uno edificio per un club studentesco dell’Istituto reale di tecnologia di Stoccolma nel 1928-1930.

Interno della cucina alla Home Exhibition 1917 nella galleria d’arte di Liljevalch a Stoccolma – CC0

Ford House

La Ford House chiamata anche Fordhuset o Magasin 10 è un edificio industriale nel porto di Stoccolma. Fortemente voluto da Ford si trattava di una fabbrica per assemblaggio di auto, l’americano desiderava un edificio razionale con ampie superfici vetrate e strutture a capriate in acciaio. Venne chiamato così Uno Ahren che progettò l’edificio che più rappresenta l’architettura funzionalista del periodo.
Nel 2003 lo stabile è stato ristrutturato ed in parte ricostruito seguendo i disegni dello studio di architettura Sandellsandberg. Si è guadagnato il contrassegno di edificio di alto valore culturale e storico svedese.
Inizialmente si trattava di un singolo stabile a un piano lungo 150 metri e largo 75 metri formato da tre campate. La struttura portante era costituita da colonne e capriate in acciaio con campate libere di 24 metri. L’altezza variava, la parte più alta sfiorava i 12 metri mentre le altre misuravano 9 metri e 5 metri. La luce illuminava l’interno passando attraverso ampie finestre ma anche attraverso diverse lanterne nei tetti esterni. Sul lato ovest è stato costruito un edificio a tre piani per i vari uffici e la mensa.
Tutta questa parte fu completata nel 1931 e nel 1947 ci fu un ampliamento sempre progettato da Uno Ahren. Il lato sud venne esteso aggiungendo un’altra navata lunga complessivamente 105 metri.

Complesso della Ford Motor Company nel 1930 – ©Holger.Ellgaard (via wikimedia commons CC BY-SA 3.0)

Funzionalismo

Influenzato dall’architettura di Le Corbusier e dall’edilizia residenziale sociale tedesca di Walter Gropius, Uno Ahren fu uno degli autori del manifesto del funzionalismo svedese. Pubblicò, infatti, il libro Acceptera nel 1931 insieme a Gregor Paulsson, direttore della Swedish Crafts Association, Sven Markelius, con cui aveva lavorato l’anno prima e con gli architetti Gunnar Asplund, Eskil Sundahl e Wolter Gahn.

Cosa sosteneva Uno Ahren

L’architetto svedese presentò le idee funzionaliste come una critica della tradizione e della società che stava scomparendo. Sosteneva, infatti, che ogni stile architettonico fosse l’espressione di una particolare società e cultura. La società del tempo era ormai moderna e doveva essere accettato il modernismo.

Acceptera 1931 – CC0

Acceptera

Il testo è sicuramente l’insieme delle idee dei vari artisti tanto che su alcuni aspetti non erano totalmente d’accordo e questo traspare dal manifesto.
Gli autori sostenevano che la famiglia stesse cambiando dato che la donna si sarebbe dedicata a più attività esterne alla famiglia e di conseguenza i figli sarebbero rimasti più nelle scuole. Così dicendo era necessario ripensare gli spazi della case. Avevano pensato, per esempio, che la cucina potesse essere rimpicciolita anche grazie all’introduzione di numerosi nuovi elettrodomestici compatti. Anche le cosiddette case collettive erano state propagandate insieme alla standardizzazione edilizia così da riuscire ad abbassare i costi di produzione.
Per i portavoce del funzionalismo la storia non aveva niente da insegnare ed era vista come ostacolo per il progresso. Il funzionalismo non sarebbe stato una moda temporanea ma sarebbe stato un processo rivoluzionario e di liberazione. Nonostante questo duro attacco alla storia non tutti i funzionalisti erano d’accordo tanto che la Biblioteca civica di Stoccolma, progettata da Gunnar Asplund uno dei firmatari del manifesto ed esponente di spicco del movimento, ricorda le sembianze di un castello e fu molto criticata da altri funzionalisti.

Gunnar Asplund
Complesso della Ford Motor Company, facciate est e nord – CC0

Impegno sociale e urbanistica

Uno Ahren era fortemente impegnato nella pianificazione comunitaria e partecipò ampiamente al dibattito sulle politiche abitative, scrivendo numerosi articoli. Tra gli articoli più noti c’è Brytningar del 1925 in cui critica aspramente l’apparenza esteriore.
Fu responsabile dell’urbanistica di Göteborg dal 1932 al 1943 e della Swedish National Building Company nel biennio 1943-1945 e due anni dopo fu nominato professore di urbanistica alla Technical University.
Insieme all’architetto Per-Olof Olsson sviluppò alcuni principi per la progettazione di Årsta centrum, il primo centro suburbano ad essere costruito in Svezia sull’idea dei Neighbourhood unit inglesi.

Design

Per più di un decennio, dal 1929 al 1932, è stato redattore della rivista Byggmästaren. Notevoli sono anche alcuni oggetti da lui disegnati come i caminetti in maiolica per Upsala Ekeby o le stufe in maiolica in stile settecentesco per St. Erik’s Lervarufabriker. Per alcuni suoi oggetti in argento, come l’argenteria per Karl Wojtech e Hallbergs Guldsmeds AB di Stoccolma, Uno Ahren vinse un premio all’Esposizione di Parigi del 1925. È stato anche scenografo curando le decorazione per Sweet Interlude di Eugene O’Neill nel 1928 e partecipando a mostre ed esposizioni.

Paradise del 1924, fu esposta alla mostra di Parigi nel 1925 – ©Holger.Ellgaard (via wikimedia commons CC BY-SA 4.0)

Maria Giulia Parrinelli

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