Un giardino giapponese nel centro di Varese è uno tra i molti tesori custoditi nel parco di Villa Paradeisos.

L’edificio circondato dal parco che custodisce il meraviglioso giardino giapponese a Varese

Dopo una vita trascorsa quasi interamente all’estero per motivi professionali, l’ingegner Franco Cremante e sua moglie Sumiyo, giapponese e discendente da un’antica famiglia di Samurai, hanno deciso di rientrare in Italia comprando una grande villa nel centro storico di Varese e qui, tra gli svariati lavori di riallestimento compiuti, molto del loro impegno si è rivolto alla realizzazione di uno speciale giardino giapponese che negli anni ha attirato l’attenzione e l’ammirazione di innumerevoli visitatori da tutto il mondo, e anche dei media, che vi hanno girato molti servizi e un film.

Edificata al principio del secolo XX, Villa Paradeisos è nel suo complesso bellissima ed è collocata all’interno di un paesaggio urbano preservato, tra i laghi ed i monti dietro al Monte Rosa. Sono ben 25 mila i mq di giardino principale settecentesco, caratterizzato per le molteplici essenze arboree: dalle sequoie ai maestosi cedri del Libano e dell’Himalaya, alle siepi gestroemie, sino al maestoso roseto e alle grandi aiuole di azalee e rododendri che punteggiano il prato.

Il giardino settecentesco ospita, in una zona completamente ridisegnata, l’altro: il Nihon, ovvero il giardino giapponese.

Un dettaglio del giardino giapponese a VaArese

Così bello e identitario da divenire l’icona della villa.

Questo risponde, come sottolinea il suo proprietario, ad una concezione di giardino molto diversa rispetto a quella nostrana. Per la cultura giapponese, infatti, anche un semplice giardino domestico simbolicamente rappresenta la natura intera, un microcosmo del pianeta Terra, con le acque e le terre emerse. Poiché la natura ha carattere divino, anche il giardino ne mutua le caratteristiche, prevalendo persino sulla dimora che si trova al suo interno. Tanto che nel Giappone antico la costruzione della casa era secondaria e seguiva sempre quella del giardino che la conteneva.

Secondo per grandezza in Europa solo a quello di Monaco, voluto dal principe Ranieri in memoria della moglie Grace Kelly all’indomani della sua scomparsa, il giardino di villa Paradeisos è stato realizzato da una equipe interamente giapponese, sotto la guida di uno dei più famosi professori di Arte dei Giardini dell’Università di Tokyo. Si è trattato di un lavoro alacre: sbancamenti di terreno, trasporto e collocazione di grosse rocce, piante e materiali specifici fatti arrivare appositamente dal Giappone – statue, ornamenti votivi, ciottoli del ruscello, sassi di camminamento, essenze pregiate, manufatti. Le essenze scelte per il giardino sono in gran parte autoctone del Giappone: bambù, aceri, pini, ciliegi, formati e adattati – come i bonsai. Infine, è stato creato un ruscello con i suoi cinque salti per giungere poi al grande laghetto di 40 mq, dentro cui sonnecchiano numerosi iris e ninfee e circondato da rocce, pini giapponesi e ciliegi.

Il maestro che lo ha fatto ha posto personalmente uno ad uno i sassi del fondale del ruscello, centinaia tutti provenienti dal Giappone e scelti da lui singolarmente: la disposizione dei sassi è importante, poiché determina il suono dell’acqua e questo concorre a sua volta, insieme al rumore del vento tra le fronde, a segnare l’identità del giardino. Ogni giardino ha la sua particolare sonorità, nessuno è identico ad un altro. Ma quello che tutti accomuna è il fatto che un giardino giapponese debba costituire principalmente un luogo di meditazione, dove ci si possa sentire al cospetto della Terra e, di più, dove si possa avere percezione dell’infinitezza del creato. E’ per tale motivo che al termine del giardino è stata collocato un folto boschetto di bambù, una sorta di “giardino astratto”che deve rendere la dimensione dell’infinito.

Quanto alla villa: il suo futuro è legato alla volontà di crearvi presto un centro internazionale per lo scambio fra cultura italiana e asiatica, interesse che tanta parte ha avuto nella vita suo proprietario. Intanto, da un anno almeno il giardino è aperto al pubblico e, a partire da questo dicembre, la villa stessa con la sua grande biblioteca diviene, sempre per iniziativa dei suoi proprietari, un luogo preposto celebrazione della conoscenza. https://www.villaparadeisos.it/gli-eventi/

Mi dice, al termine della nostra conversazione, l’ingegnere Cremante: “Sono appassionato bibliofilo e ho costruito negli anni una grande biblioteca (oltre 30 mila volumi), nel corso dell’iniziativa che partirà questo dicembre, io stesso guiderò i visitatori in percorsi narrativi tra alcuni dei volumi più preziosi e interessanti che la compongono”.

Tra questi l’ingegnere mi indica un libro raro comprato a Londra negli anni ’80. Si tratta del testo che fece conoscere per la prima volta il Giappone al mondo: The History of Japan. Historia Imperii Japonici germanice scripta ab Engelberto Kaempfero (Londini, 1727-1728). Scritto per mano di uno di quei pochissimi viaggiatori a cui, già nel XVIII secolo, era stato consentito l’accesso nel Paese del Sol levante, a lungo protetto dagli stranieri da una severa politica isolazionista. A Villa Paradeisos anche passando dalla porta della biblioteca si torna in Oriente…