TESTO DI MARGHERITA DALLAI

Bagliori di luce dal nero assoluto

Alta, magra, elegante, Betta Gancia non ha, a prima vista, le phisique du role dell’artista. Sembra una signora chic di famiglia piemontese che si muove disinvolta nella buona società. Conoscendola però, la sua sensibilità non tarda a manifestarsi. Betta, che si occupa di arredamento d’interni, ama da sempre la fotografia. Attratta dalla luce e da tutte le sue manifestazioni, ha iniziato molto tempo fa, con un libro poetico sui cieli, il suo personale percorso. “Dopo aver fotografato la luce del sole, calda, che ci dà la vita, ho sentito il bisogno di fotografare la notte”, racconta Betta. “La notte intesa come buio e parafrasi di tanti concetti: cecità, solitudine, morte. Ma da quel buio, dal nero assoluto, appare sempre qualcosa: trattini discontinui che regalano una speranza di vita, di calore e di casa”. Fasci di luce dalle tonalità intense ed energetiche, stringhe, sottili bacchette luminose (un omaggio alla musica, ponte fra l’umano e il divino), si staccano dal fondo nero e risvegliano alla vita. “Qual è il sentimento che raccontano quelle che io chiamo le Fotografie della Notte? La luce è la grande rappresentazione della vita. E la vita è dura, difficile, a volte cattiva. Il fondo nero, che delinea bene questo pensiero, viene smentito da un improvviso lampo di colore vivo, bello e luminoso, che buca, mitiga, annienta quel nero assoluto; improvvisamente il cuore si anima, arriva la speranza, la gioia e, di nuovo, la vita”.

BETTA GANCIA
“Una luce diversa” è il titolo della mostra che si è tenuta alla Fondazione Forma per la Fotografia. Le fotografie esposte, che raccontano il lavoro di Betta Gancia, esplicano  ciò che l’immagine istantanea conserva nella memoria di chi osserva il mondo: stringhe, scie e punti luminosi che illuminano il buio vagando all’infinito.