Le interpretazioni contemporanee della sedia chiavarina

di Paolo Servi

Spesso l’interior design vive di corsi e ricorsi storici, in una tensione di ricerca continua, come nel caso della sedia chiavarina, un grande classico del uno stile che si rinnova. In musica, si parla di variazioni sul tema. Un canone portante cattura e trasporta l’ascoltatore, mentre la magia delle sette note gli vortica attorno. Anche nel mondo dell’interior è facile incontrare icone di stile rilette e interpretate da designer che sanno cogliere il mood di un oggetto capostipite. Ora cercheremo di approfondire le declinazioni di stile che l’hanno trasformata senza stravolgerne l’essenza. Se si considerano anche le re-interpretazioni “industriali” della sedia, l’elenco diventa davvero vasto, quindi ci limiteremo alle riletture di alcuni maestri del design.

Gio Ponti reinterpreta la Sedia di Chiavari per Cassina

Progettata nel 1957 da Gio Ponti, uno dei più grandi designer italiani, la Supeleggera 699 fa parte di una collezione che annovera anche la 646 Leggera, figlia dello stesso mood. L’oggetto nacque da una felice sintesi tra gli spunti creativi del grande Ponti e la tecnologia innovativa di Cassina. L’ispirazione nasce, ancora una volta, dalla sedia chiavarina, che qui venne plasmata in una struttura elastica di frassino, con sedile in faggio.

Le gambe sottili, di sezione triangolare portano il peso complessivo della sedia a poco più di un chilo e mezzo e gli elementi, costruiti industrialmente, vengono assemblati a mano, con accuratezza artigiana. Cassina non è nuova a reinterpretazioni del design iconico, basti citare la chaise longue della serie LC, un omaggio ai profili tracciati da Le Corbusier, Jeanneret e Perriand. Anche in quel caso, un intramontabile oggetto d’arredo diventava un tributo di design al suo percorso storico e culturale.

La sedia Chiavarina secondo Matteo Thun

Sedia CH2, Thun Atelier - Matteo Thun. Prodotta da Fratelli Levaggi
Sedia CH2, Thun Atelier – Matteo Thun. Prodotta da Fratelli Levaggi

La sedia chiavarina, con le sue caratteristiche di leggerezza e la sua lunga storia, ha affascinato molti designer e architetti. Tra questi, il più noto per la storia del design è stato Gio Ponti, che per disegnare la sua 699 Superleggera (Cassina), si ispirò proprio alle sedie artigianali di Chiavari. Ma è forse Matteo Thun il designer che ha il rapporto più speciale con questo prodotto e con i Fratelli Levaggi, eredi della tradizione artigianale di Chiavari. Il designer e architetto altoatesino, già esponente del movimento di design radicale Memphis, oggi rivolge particolare attenzione alla ricerca sul rapporto tra artigianato e design. 

Una collaborazione speciale

Un approccio che ha trovato pieno compimento con la nascita di Matteo Thun Atelier, una collezione di oggetti fatti a mano, di alta qualità e personalizzabili. “Un omaggio alle tradizioni, alle arti e ai mestieri, ai materiali e alle tecniche Made in Italy”. Il progetto “ è nato dalla volontà di condividere la nostra esperienza nellʼarchitettura sostenibile, nel design del prodotto e nella progettazione di interni con gli artigiani italiani, per unʼunione dei due mondi. La fusione della tradizione, delle conoscenze storiche degli artigiani con i bisogni dellʼindustria 4.0″. Questa ricerca viene portata avanti anche grazie  a un continuo dialogo con gli artigiani italiani, tra i quali anche i fratelli Levaggi. “Credo profondamente nelle eccellenze italiane”, spiega, “e attraverso i progetti voglio raccontare le storie delle botteghe artigianali; sono le mani dei nostri artigiani che custodiscono la sapienza, raccontano le antiche tradizioni e creano oggetti di bellezza senza tempo”

Sedia Chiavarina CH2, Thun Atelier - Matteo Thun. Prodotta da Fratelli Levaggi
Sedia CH2, Thun Atelier – Matteo Thun. Prodotta da Fratelli Levaggi

Nell’ambito di questo progetto, Matteo Thun è l’autore di una interessante collezione di sedie chiavarine, pensate per l’interior design contemporaneo. Si tratta di CH2, una collezioene di sedute in faggio colore naturale e intreccio in poliestere colorato. Sedute ispirate alla tradizione chiavarina e realizzate interamente a mano in a Chiavari dai Levaggi. “Per favore, non ordinatene così tante ha chiesto Paolo Levaggi quando abbiamo effettuato il nostro primo ordine, molti anni fa”, ricorda Matteo Thun. “La sedia del pescatore è diventata il modello. Grazie al dialogo proficuo con Levaggi, ognuno dei quattro pezzi corrisponde esattamente alle nostre esigenze. Ora sappiamo che l’artigianato richiede tempo. È nata un’amicizia”. La collezione è prodotta esclusivamente da Fratelli Levaggi e distribuita in esclusiva da Manus Factor.

Kensaku Oshiro: una reinterpretazione concettuale

La sedia chiavarina è stata oggetto di rilettura anche a grande distanza da Chiavari, traslando idealmente dal Levante ligure al Sol Levante. Kensaku Oshiro, nato a Okinawa e innamorato dello stile della tradizione italiana, al punto da aprire uno studio a Milano, l’ha reinterpretata in chiave intellettuale e concettuale. Nel 2018, ha voluto rendere omaggio alla tradizione chiavarina presentando la CC01 Chiavari Chair a Maison&Objet, a Parigi. In quell’occasione, il nostro Piero Lissoni, celebre architetto e designer, ha voluto premiarlo con il Rising Talent Award.

La ricerca e la celebrazione di archetipi sono tratti importanti della cultura estetica nipponica e Oshiro, con CC01, ha riproposto un segno mediterraneo cercandone l’essenza per proiettarla nel futuro. Con un approccio informale, ha rimodellato e addolcito la struttura originale della chiavarina, in chiave contemporanea, privilegiando ergonomia e comfort. Disponibile in legno di ciliegio naturale o legno laccato nero, la CC01 propone una seduta in canna indiana o di faggio rivestita in pelle

Gucci: una Chiavarina “alla moda”

Con un approccio decorativo e contemporaneo che strizza l’occhio alle radici fashion del marchio, Gucci ha incluso una rilettura della sedia chiavarina tra le proposte di arredo delle sue collezioni.

La sedia viene realizzata in legno di faggio, dipinto a mano su toni vivaci di rosso, verde e rosa o in nero. Ingloba una seduta imbottita in quattro versioni, arricchite da disegni ricamati a mano, su forme dell’immaginario creativo della maison.