Il Quartiere della Triennale Ottava, meglio noto con l’acronimo di QT8, è un luogo urbano di Milano, posto a cerniera tra il nucleo storico e gli insediamenti di più recente costruzione, progettato dall’architetto Piero Bottoni negli anni immediatamente successivi alla fine del secondo conflitto mondiale. La realizzazione del quartiere ha richiesto diversi anni ed è stato un laboratorio progettuale in cui sono state applicate, dalla scala urbana a quella del singolo edificio, i principi di pianificazione del Movimento Moderno innovati dal senso sociale che ispirava le idee delle città giardino inglesi.  

Le origini del quartiere

Nel 1933, al termine della V Triennale di Milano, Piero Bottoni e Giuseppe Pagano, insieme a Mario Pucci, hanno avanzato la proposta di un quartiere modello da costruire in occasione della successiva edizione dell’evento. L’ipotesi, tuttavia, è diventata operativa soltanto quando Piero Bottoni è stato nominato commissario straordinario della Triennale di Milano, nel contesto dell’ottava Triennale tenutasi nel 1947. Già due anni prima, nel 1945, l’architetto aveva costituto un Centro Studi che raggruppava migliori professionisti delle arti figurative, coinvolgendo, tra gli altri, Franco Albini, Achille Castiglioni, Giancarlo De Carlo, Vico Magistretti, Gino Pollini, Gio Ponti, Ernesto Nathan Rogers, Ettore Sottsass e Marco Zanuso.

L’architettura del QT8 di Piero Bottoni

piero bottoni qt8
Edifici residenziali del QT8 © Amanda Slater (CC BY-SA 2.0)
Case a schiera del QT8 © Goldmund100 (CC BY-SA 3.0)

Il progetto del QT8 comprendeva abitazioni private e un’ampia dotazione di spazi pubblici che hanno sottolineato un’attenzione verso i rinnovati bisogni sociali di una popolazione profondamente turbata dalle conseguenze del grande conflitto. Sintesi di una ricostruzione urbanistica e sociale, l’architettura del quartiere univa spazi collettivi e intimi in un rapporto equilibrato e armonico. Le singole parti sono state distribuite secondo un disegno d’impianto interconnesso da percorsi di mobilità lenta e veloce, differenziati per tipologia, sviluppati lungo un sistema di verde diffuso.

Tra il 1946 e il 1947 è stata avviata l’edificazione delle prime abitazioni di tipologia a schiera, mentre nel 1948 si sono realizzati i primi casi italiani di case prefabbricate a quattro piani, finanziate dal Ministero dei lavori pubblici. Contemporaneamente agli edifici residenziali, sono state completate una serie di architetture pubbliche. Affermati progettisti del panorama nazionale hanno firmato opere di rilievo, come la Chiesa di Santa Maria Nascente di Vico Magistretti, interprete nella pianta circolare di una modernità dallo spirito tradizionale, la Scuola Elementare di Arrigo Arrighetti, ai piedi del Monte Stella, e il Villaggio della Madre e del Fanciullo, dal grande valore comunitario. 

Andrea Zanin

 

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