Oltre la siepe: il giardino lo si crea chiudendo gli occhi

Il pino principale svetta solitario con portamento eretto, come punto di riferimento per tutti gli altri alberi. Attorno a lui si organizza la disposizione degli altri alberi e degli arbusti, simile a un comandante militare che tenga in allerta i propri subordinati nell’attesa dell’azione incombente” (Elogio del paesaggio Guo Xi).

Queste sapienti parole, di uno dei più celebri pittori di paesaggio della Cina del XI secolo  introducono il tema. Oggi invece c’è una novità nel mondo web: cliccando sul computer si possono scegliere le piante adatte al giardino. Volutamente non cito il sito che aiuta a scegliere la pianta adatta in base al terreno, all’esposizione e alla luce. Penso che la tecnologia debba avere un limite in certi campi d’azione. E allora la mia esperienza è che il giardino lo si crea sul posto, frugando ogni minima presenza e sfumatura nel paesaggio. Esplorando la profondità dello spazio, l’occhio deve contemplare le qualità climatiche ed atmosferiche dell’ambiente.

Il giardino che è ben altro e va ben oltre la siepe, lo si crea chiudendo gli occhi per ricondurlo ai valori dello spirito del luogo

Le piante poi le si sceglie andando nel vivaio ed è bene toccarle con mano, per avere la sensazione precisa di dove andranno. Come si può consegnare alla storia un giardino creato da professionisti esperti sul campo? Nessun giardino si crea al computer, sarebbe immateriale, il giardino è materia viva, è oltre la siepe disegnata da un algoritmo al pc. È un complesso processo che continua di mano in mano, come ricorda Gilles Clement: “Dalle mani dell’architetto-giardiniere, l’arte del giardino passa a quelle del giardiniere-artista”.

Il mitico paesaggista contemporaneo continua a sorprendermi oltre che con le parole anche con la potenza delle immagini ma, qui, la sua sagoma nella penombra: gli alberi sono reali o del mondo virtuale, modello Avatar?

In dicembre, sul web, si cercano dai cataloghi i semi per le piantine da interrare nel nuovo anno, American Meadows, è uno di quelli dove si possono persino trovare i fiori preferiti per le api impollinatrici; interessante anche il mix di fiori selvatici profumati.
Se manca la vitalità si perde la naturale spigliatezza, l’originalità, e il buon gusto”, parole di Xi che ci provengono con estrema attualità dal passato molto remoto.

 

Marco Bay