Massimo Iosa Ghini, architetto, è l’autore del progetto di restyling e adeguamento alle esigenze della vita contemporanea di una una villa unifamiliare degli anni sessanta, immersa nel contesto mediterraneo della pineta di Forte dei Marmi. Un edificio tipico nella prestigiosa località turistica versiliana, caratterizzato da volumi razionali, una misura equilibrata delle altezze, utilizzo di materiali locali, grandi aperture in dialogo con il giardino e i grandi pini marittimi che la circondano, garantendogli tranquillità e riservatezza. Il refit, commissionato dalla famiglia di un industriale che ha scelto questa casa per trascorrere il periodo estivo, ha interessato l’involucro architettonico, il progetto di interior design e il giardino.

massimo iosa ghini
Il prospetto della villa affacciato sulla piscina. Foto ©Pietro Savorelli

“È stato soprattutto un lavoro di pulizia e razionalizzazione”, spiega l’architetto Massimo Iosa Ghini “studiato per conferire all’edificio una maggiore leggerezza e modernità, oltre che per rispondere efficacemente alle esigenze dei proprietari, che desideravano una casa più comoda e accogliente per la famiglia, con spazi conviviali organizzati anche per poter accogliere numerosi ospiti nel periodo estivo. In quest’ottica gli spazi interni sono stati ridisegnati per garantire la massima ampiezza e, in un’ala del piano terra, sono state realizzate tre camere con bagno en suite per gli ospiti. Il grande giardino con piscina riscaldata e gli ambienti esterni riparati sono stati attrezzati per vivere gran parte del tempo all’aperto. Per garantire una maggiore essenzialità all’estetica della villa, sono state inoltre eliminate le ringhiere della scala interna e dei balconi a favore di balaustre in vetro che sottolineano la qualità geometrica dell’edificio, ripulito da elementi desueti di pesantezza e chiusura.

Massimo Iosa Ghini
Un’altra vista dell’ampio open space living e dining.Foto ©Pietro Savorelli

“Abbiamo creato, ove possibile, nuovi volumi trasparenti,  come nell’area fitness nel terrazzo del primo piano, chiusa da superfici vetrate apribili, che si affaccia sul giardino e la piscina”. È stato inoltre aggiunto un cornicione sulla linea di gronda che, andando a nascondere il tetto a falde, ha reso più pulita ed essenziale la volumetria, conferendogli un aspetto più contemporaneo. La stessa logica di essenzialità e fruibilità degli spazi è stata seguita anche nella nuova distribuzione del layout, “suggerito in modo naturale dalla struttura originaria dell’abitazione. Abbiamo razionalizzato i volumi interni in modo che gli spazi si aprissero su ambienti spaziosi e luminosi, al contrario di quanto accadeva nella pianta originale, in cui le diverse funzioni dell’abitare erano separate”.

Rispettando l’esistente, Massimo Iosa Ghini ha rivisto i volumi, creando delle grandi aperture tra interno ed esterno in una sorta di equilibrio geometrico: “Ho deciso di riorganizzare la pianta perché gli spazi potessero diventare più abitabili e razionali. Al piano terra, un’ampia zona living con area dining presenta un grande camino passante, ispirato al progetto di Adalberto Libera per casa Malaparte che, sfruttando il pilastro portante, ha permesso di sottolineare la relazione visiva tra i diversi spazi della casa e di questi con il giardino esterno attraverso le grandi aperture vetrate”. La grande cucina, ampliata in fase di progetto, si affaccia sull’area living attraverso un taglio vetrato a parete, in asse con il camino passante, che permette un collegamento visivo con l’ingresso, il giardino e la piscina; un’ampia finestra affaccia direttamente sull’orto contenuto in grandi vasche di corten rialzate. 

Massimo Iosa Ghini
La piscina con rivestimento Sodalite Bleu della collezione Les Bijoux de Rex prodotta da Florim. Ombrellone Bistrò, di Paola Lenti e lettini Double di Roda. Foto ©Pietro Savorelli

L’uso di ampie vetrate permette una relazione continua tra interno ed esterno e anche la continuità di materiale della pavimentazione rafforza tale collegamento. Al piano seminterrato è stata ricavata una piccola cantina. “Una richiesta dei padroni di casa, appassionati e grandi conoscitori, per un ambiente che ‘racconta’ le bottiglie presenti e accoglie gli ospiti per le degustazioni”. La scala, con balaustra in cristallo, porta al primo piano dove trova spazio la parte più privata dell’abitazione, dedicata alla famiglia: due camere per i figli e un’ampia master bedroom con living, bagno privato e un terrazzo su cui è stata ricavata la palestra e da cui si intravede, attraverso le chiome dei pini marittimi, il mare. Per quanto riguarda gli elementi d’arredo, tutte le scelte sono state fatte in armonia con la committenza, interpretandone esigenze e gusti e conferendo organicità, qualità ed equilibrio agli spazi. Alcuni arredi rimandano a elementi naturali della pineta come i contenitori a forma di albero nel living, la bench a forma di foglia o le sedute con filo d’acciaio intrecciato.Oggetti che evocano elementi naturali, solo apparentemente semplici ma che racchiudono in sé tecnologie di produzione molto avanzate e materiali innovativi.

“Sono molto curioso del lavoro degli altri e, pur lavorando come designer di prodotto per il settore casa arredo, mi piace scegliere pezzi di altri progettisti, come per esempio il tavolo Tulip di Eero Saarinen o le Eames Plastic Chairs prodotte da Vitra. Gli unici oggetti inseriti nella casa che io ho disegnato sono la lampada Cannettata, disegnata per De Majo, e le lampade Leva, di Leucos, in legno di faggio con spessori sottilissimi”. Un progetto raffinato, che colpisce anche per l’equilibrio delle scelte cromatiche e dei materiali. “I colori utilizzati sia per la scatola architettonica sia per la gran parte delle finiture degli arredi sono neutri, in continuità con il sapore originario del contesto. Le tonalità della pietra locale, presente nel basamento e in ampie porzioni dei prospetti, sono riprese nella continuità di pavimentazione in grès porcellanato tra interno ed esterno e nei percorsi pedonali e carrabili in materiale drenante. In queste si inseriscono voluti accenti di colore, come gli ombrelloni fucsia che riprendono il colore delle inflorescenze della Bougainvillea, sulla parete verde verticale sul lato della piscina o alla carta da parati utilizzata nelle camere e nella cucina a creare dei focus visivi”.

I colori utilizzati per la scatola architettonica e gran parte delle finiture sono neutri. Le tonalità della pietra locale presenti nel basamento e in ampie porzioni dei prospetti sono riprese nella continuità di pavimentazione tra interno ed esterno. Foto ©Pietro Savorelli

Il progetto di Massimo Iosa Ghini è completato da una grande piscina esterna con area idromassaggio, spogliatoi e da ambienti esterni riparati che sono stati attrezzati appositamente per vivere gran parte del tempo all’aperto. Un intervento di ammodernamento che non ha trascurato gli aspetti di sostenibilità energetica, garantita dall’installazione di nuovi serramenti e pannelli solari e fotovoltaici che garantiscono una quasi totale autonomia dell’abitazione, compreso il riscaldamento dell’acqua della piscina dotata di un sistema di trattamento per la depurazione al sale”.

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