Tra il 1975 e il 1985 Luigi Ghirri, maestro della fotografia italiana, fu protagonista di una intensa collaborazione con Marazzi, azienda produttrice di ceramiche, fondata a Sassuolo nel 1935 che, in fase di espansione, iniziava a dedicare un’attenzione speciale verso la creatività e l’estetica contemporanea di artisti, architetti, stilisti e designer, a cui chiese di sperimentare la ceramica in nuovi contesti. 

Oggi, un nucleo inedito di fotografie del maestro di Scandiano, realizzato nel contesto di questa ricerca, è al centro della mostra “Luigi Ghirri. The Marazzi Years 1975-1985” allestita a Palazzo Ducale di Sassuolo con la curatela di Ilaria Campioli e in collaborazione con l’Archivio Luigi Ghirri.

Sono trenta gli scatti esposti nel seicentesco Appartamento dei Giganti, fino al 31 ottobre. Conservati per 40 anni nell’archivio dell’azienda, tornano alla luce per la prima volta, svelando quanto Ghirri abbia “utilizzato” la ceramica per la sua ricerca compositiva e prospettica sull’immagine. Griglie geometriche, superfici inclinate, illusioni prospettiche, le immagini del fotografo emiliano tracciano un un percorso su come rappresentare gli spazi attraverso la lente della fotocamera e i confini imposti dal materiale ceramico con cui lavora.