Intervista a Luchino Visconti di Modrone

Villegiardini ha chiesto a Luchino Visconti di Modrone, organizzatore dell’evento nella dimora di famiglia, di raccontare le sue impressioni e commentare la terza edizione.

Anche la terza edizione di Verde Grazzano è terminata. Qual è il suo bilancio?

Sono molto felice per i risultati ottenuti, perché non avevamo elementi per capire quale sarebbe stata la reazione del pubblico in un anno così particolare. Gli appassionati sarebbero venuti, oppure no? Alla fine gli appassionati sono arrivati più numerosi dell’anno scorso, incoraggiati anche dal bel tempo.

Quali sono state le differenze nell’organizzazione, rispetto agli anni passati?

È stato sicuramente più difficile, perché l’emergenza Covid ci ha lasciati con molte incognite. Sia per quanto riguarda le presenze dei visitatori, sia per quelle degli espositori. Che sebbene siano stati po’ meno rispetto all’ultima edizione, hanno presentato proposte di altissima qualità. Abbiamo avuto defezioni da alcuni espositori esteri, che però contiamo di recuperare per la prossima edizione.

Come si evolve l’evento di anno in anno?

Sin dall’inizio abbiamo cercato di intraprendere una strada incentrata sulla qualità, ammettendo solo i produttori e non gli intermediari. E questo forse ha portato anche a vedere una diversa composizione dei visitatori, rispetto all’inizio. Mi sembra che ogni anno aumentino i veri appassionati e diminuiscano i curiosi. Gli amatori del verde, infatti qui a Grazzano hanno la possibilità di intrattenersi con gli espositori, dialogare e trovare soluzioni assieme, perché sanno di poter trovare risposte e competenze che i commercianti non hanno. E questo a mio avviso rappresenta l’unicità e uno dei valori aggiunti di Verde Grazzano.

Dopo il periodo di chiusura forzata, sembra essere esplosa la passione per il verde.

Certamente, il lockdown ci ha dato la possibilità di riflettere sulle cose che ci fanno veramente bene e ci danno veramente piacere. È innegabile che le persone siano alla ricerca di un contatto più diretto con il verde. Anche sfruttando piccoli spazi come i terrazzi cittadini. Dove piantare dei fiori in un piccolo angolo verde, nutrirli con amore e attenzione, vederli crescere rigogliosi e belli, diventa motivo di grande soddisfazione e felicità.

Come si immagina l’evoluzione di Verde Grazzano nel prossimo futuro?

Verde Grazzano è una manifestazione abbastanza piccola, perché si svolge all’interno di un giardino storico che è un ambiente fragile. Per questo non vogliamo trasformarci in una kermesse con grandi numeri di affluenza. Puntiamo sulla qualità più che sulla quantità. Ora l’obiettivo è quello di far tornare più espositori stranieri, limitati quest’anno a causa del Covid. E questo non perché siano più bravi, ma perché hanno un punto di vista diverso rispetto al nostro. Questo vale anche per le conferenze. Vorrei presentare dei punti di vista diversi sul verde. Quindi non solo non solo quello del bravo architetto di giardini, ma per esempio, anche quello dello scienziato.

Oltre all’evento florovivaistico, state lavorando ad altri progetti per Grazzano Visconti?

Stiamo sviluppando un programma sul teatrino di Grazzano, realizzato dal mio bisnonno. È in corso un’opera di restauro per renderlo fruibile al pubblico e presentare piccole pièce teatrali, concerti, incontri. Per coinvolgere la comunità locale ma anche i turisti che arrivano nel fine settimana. Speriamo di riuscire a farlo per il 2021.