Affacciato sulle rive del Lago d’Orta, Bifora65 è un edificio di impronta medievale, per molti anni lasciato in stato di completo abbandono. Un recente progetto di recupero, firmato da Enrico Merola, architetto, ha trasformato questo rudere, in avanzato stato di degrado, in un raffinata architettura che valorizza gli elementi più pregevoli del passato. In primo luogo i  muri in pietra a vista e la bella bifora che dà il nome alla residenza.

Tutto questo senza rinunciare a soluzioni progettuali più contemporanee. Dopo questo intervento Bifora 65 è stata trasformata in una struttura ricettiva rivolta ai numerosi turisti che ogni anno visitano Orta San Giulio e il suo lago.

Una storia di prestigio

L’edificio faceva parte della dimora di famiglia dell’avvocato ortese Giacomo Giovanetti (1787-1849). Una figura storica dell’Ottocento, che oggi dà il nome alla via sino al suo sbocco nella centralissima piazza Motta. Tra i più attivi del foro piemontese all’epoca di Carlo Alberto di Savoia, il senatore Giovanetti fu anche stretto collaboratore e amico del conte Camillo Benso di Cavour.

La villa, acquistata da  Carlotta Cassine e dal marito, è stata restaurata a partire dal 2002. “Quando scoprimmo Villa Giovanetti, spiega la proprietaria “il complesso versava in pessime condizioni. Anni di abbandono avevano provocato un profondo degrado strutturale. Era necessario un robusto restauro, ma rispettoso delle peculiarità architettoniche della dimora”.


Successivamente, nel 2018, i proprietari hanno deciso di recuperare anche il secondo blocco, di origine tardo medievale. Come dimostrano le cornici del portale ancora ben visibile lungo il muro perimetrale in sasso. Di particolare pregio anche la bifora, aggiunta successivamente che, oltre a conferire un tocco di fascino storico alla facciata, offre una magnifica vista sul lago.

Lago d’Orta, un recupero di charme 

Seguito dalla Soprintendenza torinese e volto a garantire il recupero filologico dell’edificio, il progetto è stato realizzato da Enrico Merola. Che per i lavori di restauro si è avvalso del prezioso contributo di maestranze locali specializzate.

“Conoscevo i proprietari da molti anni, e avevo già seguito l’interior design di due appartamenti della villa padronale. Quando hanno deciso di restaurare anche il secondo blocco, che ai tempi del Giovannetti era adibita a ‘casa del contadino’, mi hanno chiesto di realizzare anche il progetto per il completo recupero dell’edificio medievale. Che in quel momento era poco più di un rudere abbandonato, impacchettato con un ponteggio da oltre 30 anni”. Un progetto completo in ogni sua parte, “dalle fondamenta al cucchiaino del caffè”, che è durato circa due anni.

Il progetto 

“L’idea alla base del progetto”, continua l’architetto Enrico Merola, “è stata quella di fare un restauro rigoroso, rispettando i materiali originali del luogo e della tradizione. Dove c’era la pietra, abbiamo recuperato la pietra, dove c’era l’intonaco a calce abbiamo rifatto l’intonaco a calce. Anche il tetto a vista è fatto con “piode” in pietra, coperture tipiche di questo territorio. Mentre per i colori dell’intonaco abbiamo chiesto l’intervento di una restauratrice accreditata dalla Soprintendenza.

 

Il progetto tuttavia, è un mix bilanciato tra rigore filologico e un linguaggio architettonico essenziale, di ispirazione contemporanea. “Il rigore filologico sta alla base del progetto, ma la mia intenzione non era quella di realizzare un falso storico. Ma quella di restaurare un edificio negli anni 2018-19. L’intervento più sostanziale rispetto all’aspetto originale della casa è la grande vetrata verticale, che offre luce agli interni, oltre a una gradevole vista sulla collina retrostante.

“Quando ho fatto il primo sopralluogo, mi sono trovato davanti a un grande spazio vuoto, in quanto uno dei muri perimetrali era crollato. Mi è parso non avesse senso ricostruire un muro ma piuttosto di far percepire questo vuoto che avrebbe anche alleggerito l’insieme. A maggior ragione pensando che non avremmo potuto recuperare i materiali originali. Proprio per questo la Soprintendenza, sempre molto esigente nel rispetto della filologia, non ha posto obiezioni e il mio primo disegno è stato subito approvato”.

Interni razionali e bel giardino sul Lago d’Orta

Gli spazi interni sono stati frazionati per creare 5 appartamenti, di metratura contenuta. Gli arredi, quasi tutti di Maison du Monde, sono stati scelti per garantire la massima funzionalità per spazi ridotti senza rinunciare a un’estetica “di design”.

Proprio per non riempire troppo gli spazi, le cucine sono su misura mentre le pareti armadio sono state realizzate dalla ditta Petruccelli di Torino, su disegno dell’architetto.

La proprietà è completata da un magnifico giardino a lago, dotato di un pontile in legno con vista sull’isola di San Giulio. Un angolo di grande bellezza, che offre momenti di relax immersi in un paesaggio di grande bellezza naturalistica e valore storico artistico.

Contatti

Architetto Enrico Merola
architettoenricomerola.it 
Profilo Instagram: architettoenricomerola

Bifora65
bifora65.com
Profilo Instagram: bifora65_flats_garden

foto di Vanni Stroppiana

Profilo Instagram: stroppianavanni