Villa Taranto possiede un patrimonio botanico unico, grazie alla passione del gentiluomo scozzese che creò i giardini e di chi oggi continua la sua opera 

Una storia affascinante e d’altri tempi quella dei giardini di Villa Taranto, a Verbania, sul Lago Maggiore, che ogni anno attirano oltre 150 mila visitatori per ammirare un patrimonio botanico ricchissimo: comprende circa 1.000 piante non autoctone e circa 20 mila varietà e specie di particolare pregio. Tutto iniziò nel 1931, quando il capitano scozzese Neil Mc Eacharn decise di acquistare la proprietà dalla Marchesa di Sant’Elia per trasformarla in un esemplare giardino all’inglese.

Mc Eacharn, nato da una facoltosa famiglia scozzese, proprietaria di una grande compagnia di navigazione, ricche miniere di ferro e carbone e vastissimi territori in Australia, arrivò per la prima volta in Italia da bambino, alla fine dell’Ottocento. Viaggio premonitore, che alcuni anni dopo, nel 1928 lo spinse alla ricerca in Italia di terreni che si prestassero alla realizzazione di un grande e meraviglioso giardino. Nel 1930, grazie a un’inserzione apparsa sul Times, acquistò la proprietà chiamata “La Crocetta”, situata sul promontorio della Castagnola a Pallanza. Con due esigenze fondamentali: estetiche ma soprattutto botaniche, in quanto le varie specie vegetali dovevano trovare condizioni di terreno e di clima il più possibile ideali. I lavori furono ultimati nel 1940.

Realizzato così il “suo” giardino, lo chiamò Villa Taranto, in memoria di un suo antenato, il Maresciallo McDonald, nominato duca di Taranto da Napoleone. A causa della guerra Mc Eacharn fu costretto ad abbandonare l’Italia, affidando le cure del suo “tesoro” all’amico e amministratore Antonio Cappelletto. Tornò sulle sponde del Lago non appena gli fu possibile. Oggi i giardini, aperti al pubblico da aprile a ottobre, sono intitolati al suo nome. Molte migliaia di piante, importate da ogni parte del mondo, costituiscono collezioni rarissime. Tra le opere più significative  la “Valletta”, realizzata dopo imponenti lavori di scavo; l’impianto d’irrigazione; i “Giardini terrazzati”, con le loro cascatelle, piscina, vasche per ninfee e fior di loto; il “Giardino d’inverno” e il “Giardino palustre”; fontane ornamentali e giochi d’acqua. Visitando i Giardini, si ritrovano splendidi scenari , statue, giochi d’acqua, parterre multicolori e distese dei misteriosi fiori, sacri alla mitologia egizia. Dalla romantica Valletta alla distesa delle eriche, dalle serre con la Victoria cruziana ai viali di azalee, aceri e camelie, dai giardini delle dalie, con oltre 300 varietà, ai mille colori delle viole e dei tulipani.

Testo do Delfina Malatesta

Foto di Dario Fusaro