Fino al 9 giugno 2019, Palazzo Martinengo a Brescia si trasformerà in una sorta di zoo dell’arte. Nessuna gabbia o temibile ruggito dietro l’angolo però, ma 80 capolavori dell’arte italiana tra Cinquecento e Settecento che esplorano il ruolo centrale che gli animali hanno avuto nella pittura in questo periodo storico. L’occasione è la mostra “Gli animali nell’arte. Dal Rinascimento a Ceruti”, curata da Davide Dotti, organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, col patrocinio della Provincia di Brescia e del Comune di Brescia, in partnership con WWF Italy.

Accompagnati dall’uomo o soli, ma pur sempre protagonisti di tre secoli della storia dell’arte

Draghi, leoni, aquile, tori. Ma anche più docili cigni, capre, asini, galline e i fidati cani e gatti, senza trascurare un tocco di mitologia con un maestoso unicorno. Dipinti dai più grandi maestri del Rinascimento, del Barocco e dell’Età dei Lumi, da Raffaello a Caravaggio, da Guercino a Tiepolo fino a Ceruti che li hanno resi protagonisti sia di rappresentazioni autonome – alla stregua di veri e propri ritratti caratterizzati anche psicologicamente – che in compagnia dell’uomo, specialmente soprattutto in occasione di commissioni ufficiali da parte di nobili e aristocratici.

Gli animali nell’arte. Dal Rinascimento a Ceruti - la mostra a Palazzo Martinengo a Brescia
Giacomo Ceruti (1698 – 1767), Ritratto di vecchio con carlino, Olio su tela, 57 x 74 cm, Collezione privata

Le sezioni de Gli animali nell’arte. Dal Rinascimento a Ceruti

Dieci le sezioni della mostra ospitata della residenza cinquecentesca bresciana per indagare la presenza dell’animale nella pittura a soggetto sacro e mitologico – mettendo in evidenza le simbologie e i significati ad esso connessi – per poi addentrarsi in sale tematiche dedicata a cani, gatti, uccelli, pesci, rettili e animali della fattoria. Nell’ultima stanza, invece, protagonisti gli animali esotici – scimmie, pappagalli, dromedari, leoni, tigri, elefanti, struzzi – e fantastici, figli cioè della fervida vena creativa degli artisti.

Pitocchetto in mostra per la prima volta

Tra le opere in esposizione provenienti da collezioni pubblica e private, italiane ed estere, spiccano sicuramente i quattro capolavori del Pitocchetto che per la prima volta saranno presenti in una mostra pubblica, fra cui la sorprendente e modernissima coppia di tele raffiguranti Vecchio con carlino e Vecchio con gatto, citata nell’inventario del 1802 della prestigiosa collezione Melzi d’Eril di Milano. Presenti anche alcune tele inedite recuperate dal curatore in collezioni private italiane, tra cui lo splendido “Ritratto di gentiluomo con labrador” del maestro fiorentino Lorenzo Lippi, la “Venere, amore e cagnolino vestito da bambina” del pittore veneziano Pietro Liberi e l’inteso “Ritratto di ragazzino con cane” del genovese Domenico Fiasella.

In partnership con il WWF per la salvaguardia della biodiversità

In virtù della rilevanza culturale, artistica e scientifica, la mostra ha ottenuto il prestigioso patrocinio del WWF Italy. La collaborazione permetterà di approfondire durante la visita, grazie ad apposite schede di sala, alcune tematiche particolarmente importanti quali la salvaguardia dell’ambiente, delle specie protette e della biodiversità, la cultura della sostenibilità contro lo spreco di risorse, il rispetto degli ecosistemi e la lotta contro il bracconaggio.

Gli animali nell’arte. Dal Rinascimento a Ceruti - la mostra a Palazzo Martinengo a Brescia
Luca Longhi (1507 – 1580), Dama con unicorno, Olio su Tavola, 98 x 182 cm, Roma, Museo di Castel Sant’Angelo