Ferdinando Fuga (1699-1782) è stato un architetto italiano, di origine fiorentina, che ha concentrato il proprio periodo maturo nella prima metà del Settecento. È stato capofila del filone classicista del barocco italiano, adottato generalmente negli ambienti ecclesiastici e nelle corti, come testimoniano i suoi numerosi progetti di edilizia religiosa e civile. Architetto pontificio a Roma e di corte a Napoli, ha saputo sintetizzare modelli di riferimento classici e barocchi in un linguaggio espressivo che apre la via al metodo neoclassico.

Ferdinando Fuga: un architetto nell’Italia barocca

Rispetto alle esperienze regionali, spesso autonome, del fenomeno barocco italiano tra Sei e Settecento, Ferdinando Fuga è stato una figura trasversale ai contesti romano e napoletano.

Nato a Firenze nel 1699, fu allievo di Giovan Battista Foggini, architetto e scultore del barocco fiorentino. Si traferì a Roma nel 1718 dove disegnò la facciata della chiesa di San Giovanni in Laterano (1722), un esercizio giovanile che anticipa la razionalizzazione del linguaggio barocco. Si recò poi, per un breve periodo, a Palermo; qui incontrò papa Clemente XII che lo aprì agli ambienti ecclesiastici della capitale. Quindi di nuovo a Roma nel 1730, in cui concentrò la maggior parte della propria attività professionale, intervallata da soggiorni in Umbria e Abruzzo. Nel 1751 si stabilì a Napoli, altra città in cui realizza importanti edifici, per poi dedicare gli ultimi anni della sua vita al progetto per il restauro della Cattedrale di Palermo.

Ferdinando Fuga e l’ambiente romano

Nei primi anni del Settecento, il barocco a Roma superò l’approccio rivoluzionario di Bernini e Borromini ricevendo un rinnovato impulso per opera di una nuova generazione di architetti come Alessandro Specchi, Ferdinando Fuga e Nicola Salvi. Quest’ultimo, nel progetto per la Fontana di Trevi (1732), creò una scenografia urbana dal dichiarato intento allegorico fondendo la suggestione per le forme naturali con elementi architettonici classici.

Palazzo della Consulta (1732-35)

Nel Palazzo della Consulta, commissionato da papa Clemente XII, Ferdinando Fuga ha interpretato lo schema del palazzo romano di impronta michelangiolesca in chiave più articolata. Ha distribuito il complesso programma funzionale, che prevedeva la sede del Consiglio di Stato Pontificio e dei suoi corpi militari, in un edificio di forma trapezoidale. Il cortile quadrangolare è il centro della composizione e calibra la geometria simmetrica della pianta al fronte di ingresso. La parte centrale della facciata è stata marcata con un ordine poco aggettante e l’inserimento di episodi decorativi posti al disopra dei portali e sull’attico di coronamento.

Il palazzo è sede, dal 1955, della Corte Costituzionale della Repubblica Italiana.

Ferdinando Fuga, Palazzo della Consulta, Roma, 1732-35 © MM (CC BY-SA 3.0)

Facciata di Santa Maria Maggiore (1734-50)

Durante il pontificato di Benedetto XIV, Ferdinando Fuga ha progettato la nuova facciata principale della basilica di Santa Maria Maggiore, palinsesto di interventi avvicendatisi nelle epoche a partire dalla fondazione paleocristiana. L’intervento è distinto dal piano di facciata quattrocentesco con l’accentuato chiaroscuro del portico di ingresso e del soprastante registro loggiato. Il prevalere dei vuoti suoi pieni crea un dinamismo, restituito anche dalla presenza dei motivi barocchi nella convessità del timpano centrale e nella concavità dei festoni, che è controllato da un rigore compositivo classico.

Ferdinando Fuga, facciata di S. Maria Maggiore, Roma, 1934-50 © Pierre-Selim Huard (CC BY 4.0)

Ferdinando Fuga e l’ambiente napoletano

Ferdinando Fuga, negli ultimi trent’anni della sua vita, si trasferì a Napoli, diventando, insieme a Luigi Vanvitelli (1700-1773), esponente del classicismo tardo barocco cittadino. Fu chiamato nel capoluogo campano dal nuovo re Carlo III Borbone, per prendere parte alla realizzazione di una serie di opere monumentali previste dal programma di rinnovamento edilizio.

Real Albergo dei Poveri (1752)

L’imponente costruzione dell’Albergo dei Poveri, iniziata nel 1752, non è mai stata ultimata nelle dimensioni immaginate dall’autore. Il progetto di Ferdinando Fuga prevedeva una grande struttura dallo sviluppo lineare di 600 metri, destinata ad ospitare ottomila poveri e la loro attività di formazione. Alla regolarità dell’intervento era giustapposto l’elemento eccezionale della chiesa barocca a pianta radiale, anch’essa mai realizzata. L’impianto planimetrico effettivamente costruito, poco più della metà di quello disegnato dall’architetto, individua come antecedente storico il progetto quattrocentesco della Ca’ Granda filaretiana e presenta delle affinità con la Reggia di Caserta (1752-1845) del Vanvitelli. Il modulo del blocco quadrangolare, ripetuto per tre volte, è stato definito da corpi edilizi dello spessore regolare che circoscrivono il vuoto dei tre cortili. I soli elementi decorativi dei prospetti sono lesene, marcapiani e modanature delle aperture, dalla figurazione astratta e ridotta all’essenziale.

Ferdinando Fuga, Real Albergo dei Poveri, Napoli, 1752 © Luciano Romano (CC BY-SA 2.0)

Palazzo dei Granili (1779)

Il Palazzo dei Granili, oggi distrutto, si pone in continuità rispetto alla modularità dell’impianto precedentemente osservato nell’Albergo dei Poveri. Era collocato in prossimità del porto di Napoli, nell’area del ponte della Maddalena. Il complesso, destinato all’approvvigionamento e allo smistamento del grano, è stato concepito da Ferdinando Fuga come un enfilade di ambienti serviti da un corridoio e sviluppati su quattro livelli. Diventato quartiere militare nell’Ottocento, è stato demolito a seguito dei bombardamenti subiti nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

Veduta della città di Napoli dopo la Seconda Guerra Mondiale. A sinistra, sullo sfondo, il Palazzo dei Granili in stato di rudere © Collections – GetArchive

 

Andrea Zanin

Vi potrebbero interessare anche: