Inaugurazione il 13 dicembre 2023 presso Hauser & Wirth Zurigo, Bahnhofstrasse, «Fausto Melotti. Jewelry’ è la prima rassegna completa dell’opera di gioielleria dell’artista italiano. Organizzata in collaborazione con la Fondazione Melotti, la mostra mette in risalto i suoi gioielli meticolosamente realizzati degli anni ’60, ’70 e primi anni ’80, presentando eccezionali creazioni in oro, argento e ottone, integrate da una selezione mirata di sculture negli stessi materiali. Ammirato per il suo contributo unico allo sviluppo del Modernismo europeo della metà del secolo, il versatile artista, scultore e poeta italiano ha lavorato con una varietà di media.
Oscillando tra astrazione e figurazione, Melotti ha sviluppato un linguaggio artistico unico basato sui principi rinascimentali di armonia, ordine, geometria e struttura musicale, che si riflette nella sua pratica di creazione di gioielli. I primi gioielli di Melotti sono una serie di collane in ceramica smaltata o terracotta che realizza per la moglie negli anni Quaranta. Dal 1959 l’artista si dedica all’ottone e successivamente all’oro, sfruttando la malleabilità dei materiali per creare gioielli dalle linee sottili che rispecchiavano le sue sculture dell’epoca. Questi sono caratterizzati da forme curve e spiraliformi simili a note che sembrano smaterializzarsi nello spazio. Le forme dei gioielli derivano dalle sculture di Melotti – griglie metalliche, riccioli, ellissi, fili intrecciati, lune, cerchi o triangoli – che sono state trasformate negli orecchini, pendenti o spille indossabili, in mostra a Zurigo.
Nel corso del XX secolo, la gioielleria si è evoluta in un mezzo per l’espressione artistica individuale, guidata da movimenti artistici come l’Art Nouveau e l’Art Déco. Artisti tra cui Pablo Picasso e Max Ernst si sono avventurati nel campo della creazione di gioielli, sperimentando materiali non convenzionali e tecniche pionieristiche, confondendo i confini tra la produzione di gioielli tradizionale e il design d’avanguardia. Questi movimenti d’avanguardia diedero origine a quelli che divennero noti come “gioielli d’artista”, introducendo un nuovo mezzo per l’esplorazione artistica e stabilendolo come parte integrante del panorama artistico.
Il dopoguerra vide l’emergere di artisti italiani che si avventurarono nel design di gioielli, in particolare Fausto Melotti e Lucio Fontana. Le loro eccezionali creazioni indossabili riflettevano i loro approcci artistici, incarnando eleganza e autonomia all’interno delle convenzioni consolidate della gioielleria e ponendoli in compagnia di altri maestri come Calder e Giacometti. Nel suo storico articolo del 1963 “L’incertezza” sulla rivista italiana di architettura e design Domus, Melotti si identificò con l’etica del movimento d’avanguardia prebellico di mettere in discussione le etichette fisse degli artisti e di abbracciare la libertà creativa, che espresse nelle sue diverse media tra cui scultura, architettura, design, ceramica e gioielli.
Inizialmente formatosi nell’arte figurativa sotto la guida dello scultore simbolista Adolfo Wildt, Fausto Melotti si dedicò all’astrazione insieme a Lucio Fontana nel movimento “Abstraction-Création” degli anni ’30. Nel dopoguerra ritorna alla figurazione e inizia a lavorare sul piccolo formato e sulla ceramica, abbracciando l’intima immediatezza del mezzo. Gli anni ’50 videro un cambiamento radicale nell’approccio creativo di Melotti, poiché iniziò a incorporare il filo metallico nel suo lavoro. Nella sua ultima opera, dagli anni ’60 agli anni ’80, si è successivamente allontanato dalla linea e dalla struttura rigorose verso un’esplorazione gestuale, che si è estesa alla creazione di gioielli, riecheggiando le forme delle sue sculture.
Melotti ha utilizzato una varietà di materiali – ottone, argento, oro giallo, rosa e bianco, pietre preziose, corallo, cristalli e diamanti – variando dal modesto al lussuoso, a volte fondendo lo stesso pezzo in materiali diversi. Tra i primi lavori esposti c’è ‘Grata (Grid)’ (1966), una collana con pendente quadrato a griglia metallica progettata per muoversi con il corpo di chi la indossa, proiettando ombre sempre mutevoli sull’abito ed evidenziando l’eleganza, l’equilibrio e la leggerezza di questo abito. materiale modesto. L’abile manipolazione del filo metallico da parte di Melotti può essere vista nella collana “Arabesco (Arabesque)” (1966) dello stesso anno, che presenta un pettorale realizzato con fili di oro giallo ben intrecciati, un metodo elegante per drappeggiare i materiali direttamente sul corpo.
Negli anni ’70 Melotti sperimenta gioielli giocosi pensati per una donna sofisticata ma non convenzionale. Gli esempi includono ‘Arabesco II (Arabesque II)’ (1971): orecchini in oro giallo intriganti arricciati che accentuano i contorni sinuosi dell’anatomia, grappoli di sottili fili di ottone come in ‘Spilla (Spilla)’ (1970), o il paio di orecchini ‘ Luna (Luna)’ (1971), con una falce di luna crescente e calante in oro giallo e bianco, che ricorda l’omonima scultura in ottone di Melotti del 1967.
“Collana (Necklace)” (1978), una delicata collana in oro giallo e lapislazzuli con orecchini abbinati, o la precedente collana a foglie con lo stesso nome, realizzata in ottone saldato nel 1971, impiegano strutture più organiche. Quest’ultima ricorda una grande corona da indossare sul petto e richiama le foglie nella scultura “Alberello” (1965). Una sottile vena di ironia può essere trovata anche in alcuni degli altri gioielli successivi, come la collana “Route (Wheels)” (1984), che evoca un complesso intreccio di ruote bidimensionali e viene fornita con orecchini coordinati.
Una serie di mostre dell’opera di Fausto Melotti si svolgono in occasione del centenario della nascita dello scrittore e intellettuale italiano Italo Calvino, caro amico di Melotti, morto nel 1985. La città di Siena è il punto di partenza con la mostra “In leggerezza. Fausto Melotti. Un omaggio a Italo Calvino” a Palazzo Squarcialupi dal 6 dicembre, a cura di Michela Eremita in collaborazione con la Fondazione Fausto Melotti. Le opere di Melotti saranno in mostra anche al ‘Favoloso Calvino. Il mondo come opera d’arte. Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri,’ dal 13 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024, Scuderie del Quirinale, Roma, Italia e ‘Calvino cantafavole’, dal 15 ottobre 2023 al 7 aprile 2024, Palazzo Ducale, Genova, Italia .
Fausto Melotti
La prima retrospettiva di Fausto Melotti (1901 – 1986) si è tenuta al Museum Ostwall Dortmund, Germania, nel 1971. Altre mostre importanti includono: Palazzo della Pilotta, Parma, Italia (1976); Palazzo Reale, Milano, Italia (1979); Forte Belvedere, Firenze, Italia (1981); Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, Italia (1983); IVAM – Centro Julio González, Valencia, Spagna (1994 – 1995); Museo d’Arte della Prefettura di Aichi, Nagoya, Giappone (1999); un’indagine completa alla Kunsthalle Mannheim, Mannheim, Germania (2010) successivamente esposta al Kunstmuseum Winterthur, Winterthur, Svizzera (2011); Collezione Peggy Guggenheim, Venezia, Italia (2014); Villa Paloma, Nouveau Musée National de Monaco, Monaco (2015); ed Estorick Collection of Modern Italian Art, Londra, Regno Unito (2019). L’artista è rappresentato in importanti collezioni pubbliche in tutto il mondo, tra cui Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, Italia; Il Museo di Arte Moderna, New York NY; e Walker Art Center, Minneapolis MN. Melotti morì nel 1986 e quell’anno fu insignito postumo del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia. fondazionefaustomelotti.org
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