“Un esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, che vide la luce in Europa e nell’America del Nord tra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo, espressione della filosofia predominante tra gli industriali illuminati nei riguardi dei loro operai”. Con queste parole i delegati dall’Unesco motivavano l’inserimento del villaggio operaio di Crespi d’Adda nella World Heritage List Unesco, la lista dei beni considerati patrimonio universale dell’Umanità. Oggi la cittadina festeggia il venticinquesimo anniversario di questo importante riconoscimento con una serie di interessanti iniziative.
Crespi d’Adda, patrimonio dell’Umanità Unesco
Il riconoscimento di Crespi d’Adda come patrimonio mondiale dell’umanità Unesco fu attribuito per premiare l’integrità architettonica della cittadina, in grado di illustrare un periodo significativo della storia umana. Ma anche per preservare la sua esemplarità come insediamento umano rappresentativo di una cultura ormai appartenente al passato. E proprio per questo divenuto vulnerabile, a causa dell’impatto di cambiamenti sociali ed economici irreversibili.
L’ingresso di Crespi d’Adda nell’elenco dei siti patrimonio dell’umanità Unesco venne annunciato il 5 dicembre 1995 a Berlino, durante una riunione del Comitato World Heritage List. Nella stessa occasione venne comunicato che anche Siena, Ferrara e Napoli avevano ottenuto lo stesso riconoscimento. Si trattava, allora, dell’undicesimo sito in Italia, il terzo in Lombardia ed il quinto al mondo per l’archeologia industriale. Ad oggi, i siti che fanno parte nella World Heritage List Unesco sono diventati 1.121, dislocati in 167 Paesi nel mondo. l’Italia e la Cina sono le nazioni che detengono il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità: 55.
La storia di una cittadina modello
Il villaggio operaio di Crespi d’Adda si trova Capriate San Gervasio, in Lombardia, in un lembo di territorio tra i fiumi Adda e Brembo e le Prealpi. Il villaggio di Crespi d’Adda fu voluto da Cristoforo Benigno Crespi, imprenditore nel settore tessile, per ospitare gli operai della sua fabbrica. La fonte di ispirazione per questo progetto furono le “città aziendali”, sviluppatesi in Europa e Nord America tra la fine dell’800 e l’inizio del 900. Queste cittadine erano l’espressione concreta della filosofia di industriali particolarmente sensibili alle istanze sociali e di benessere di dipendenti e operai. La struttura e la configurazione finale vennero definite dal figlio Silvio Benigno Crespi che aveva studiato a fondo il modello dei cotonifici tedeschi e inglesi.
Completata alla fine degli anni 20, la città offriva ai dipendenti abitazioni in stile Liberty con giardino, particolarmente confortevoli. Anche il paesaggio urbano era stato studiato per risultare piacevole e non offrire un effetto di standardizzazione. Le case, infatti, si differenziavano le une dalle altre per lo stile architettonico. Tutto questo garantiva un un elevato standard di vita degli abitanti, anche grazie a servizi di comunità molto avanzati per l’epoca. Servizi igienici e lavanderie pubblici, teatro, clinica, cooperativa di consumatori, scuola, oltre a una stazione idroelettrica che forniva elettricità e altri servizi comuni in forma completamente gratuita. Erano presenti anche una chiesa ed un castello (residenza della famiglia Crespi), oltre a un nuovo complesso di uffici e case per i responsabili delle fabbriche. Grazie a questo modello, l’industriale si garantì una manodopera stabile e, considerata la qualità della vita assicurata dal villaggio, poco incline al conflitto sociale. La città restò di proprietà di una sola famiglia fino agli anni 70 le case ed altri edifici vennero vendute a privati.
Crespi d’Adda, la candidatura al WHL Unesco
La candidatura di Crespi d’Adda come patrimonio dell’umanità Unesco si deve all’ iniziativa di alcuni giovani universitari del luogo. Questi studenti riuscirono a promuovere e far comprendere all’Unesco il valore storico e culturale di questa piccola cittadina bergamasca. Tutto iniziò nel 1993, al fine di salvaguardare il villaggio operaio minacciato da una speculazione edilizia. Venne così elaborato il “progetto di rivalutazione culturale per Crespi d’Adda”, che comprendeva una serie di iniziative di promozione e sviluppo culturale e turistico. Tra queste, la presentazione della documentazione necessaria per poter ambire all’inserimento del sito nella World Heritage List.
La storia della candidatura di Crespi d’Adda nella World Heritage List Unesco sarà raccontata in un libro che verrà pubblicato la prossima primavera. L’autore, Giorgio Ravasio, fu testimone di tutta la vicenda avendo fondato, alcuni anni prima, il primo servizio di valorizzazione culturale e turistica di Crespi d’Adda.
Crespi d’Adda, le celebrazioni per l’anniversario
Grazie al progetto che ha portato Crespi d’Adda nel WHL, il villaggio operaio è diventato un polo culturale che, ques’anno, a causa del Covid-19, non potrà celebrare adeguatamente l’evento. Per questo motivo, l’anniversario sarà festeggiato con con una serie di iniziative culturali che si affiancheranno al normale programma di visite del villaggio operaio, della centrale idroelettrica e del cotonificio.
Gli eventi in programma
Da marzo ad aprile 2021: corso per “INTERPRETI DEL PATRIMONIO” in collaborazione con Icomos.
Marzo 2021: inaugurazione del MUSEO MULTIMEDIALE di Crespi d’Adda, realizzato all’interno degli spazi dell’Unesco Visitor Centre.
Aprile 2021: inaugurazione della mostra PAUSA PRANZO, realizzata in collaborazione con Fondazione Dalmine e Isec.
Maggio 2021: apertura al pubblico dell’ARCHIVIO STORICO e presentazione delle iniziative di tutela, conservazione e divulgazione realizzate in collaborazione con Fondazione Legler, e presentazione del LIBRO FOTOGRAFICO “Memorie dal futuro”.
Giugno 2021: inaugurazione del BOOK CROSSING POINT all’interno della ex edicola.
Da settembre a dicembre 2021: rassegna cinematografica all’interno del teatro.
Da settembre a dicembre 2021: incontri pubblici per la predisposizione del PIANO DI GESTIONE PARTECIPATO.
Ottobre 2021: terza edizione di PRODUZIONI ININTERROTTE, Festival di Letteratura del Lavoro.
Novembre 2021: CAFFE’ LETTERARIO dedicato all’industria e al lavoro, ciclo di cinque incontri con letture e dibattito…