TESTO DI MARGHERITA DALLAI / FOTO DI PHILIP VILE

BENEDIKT BOLZA, ARCHITETTO E DESIGNER DI TALENTO, HA RESTAURATO “CASA DELL’ABATE” UNA VECCHIA COLONICA E IL SECCATOIO PER IL TABACCO, NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE

Dall’alto della collina dove si trova Casa dell’Abate, situata in quella parte dell’Umbria settentrionale che confina con la Toscana, si fronteggiano, come ai tempi dei Comuni, i due Castelli di Reschio e di Sorbello.
La tenuta di Reschio, che si estende per oltre mille ettari, era una zona vocata alla coltivazione del tabacco, pianta che, in misura molto ridotta, viene ancora coltivata. “Ogni casa aveva il suo seccatoio e la Casa dell’Abate non faceva eccezione”, racconta Benedikt Bolza, architetto e designer che ha avviato un recupero sensibile e intelligente delle case coloniche della proprietà. “Dei due edifici non rimanevano che degli ammassi di ruderi appollaiati su una collina dalla vista incantata”.
Il restauro, che si è concluso di recente, è stato condotto seguendo regole rispettose per il paesaggio e l’ambiente. “Non c’erano né luce né acqua potabile. I lavori hanno richiesto notevoli risorse e tempi lunghi: è stato realizzato un acquedotto privato mentre le linee della corrente sono state interrate, per evitare che pali e tralicci deturpassero la vista”, continua. “Per i muri esterni abbiamo utilizzato le pietre delle vecchie costruzioni che ben si inseriscono nel paesaggio circostante”.
La piscina in pietra, riscaldata, è lunga e stretta e si apre su una magnifica valle. È stata costruita su un terreno in pendenza in modo da essere riparata da occhi indiscreti e da non essere visibile da nessuna finestra della casa. “Al piano terra si trovano la cucina e la zona living, al piano superiore la zona notte”, aggiunge Benedikt. “Il vecchio seccatoio è stato trasformato in guest house; la grande zona living si trova al piano terra e le due camere da letto al piano superiore”. L’arredamento, curato da Benedikt con l’aiuto della moglie Nencia Corsini, talentuosa e creativa, che si occupa della decorazione (colori, affreschi, tinteggiature di pareti e mobili), è eclettico. Molti arredi sono disegnati da Benedikt, altri sono di recupero, trovati in giro per antiquari e fiere. Il giardino è semplice e aggraziato: fra la casa e l’ex seccatoio ci sono aiuole di rosmarino e rose pallide e profumate (R. Félicité Parmentier), macchie di piante aromatiche, mentre una piccola vigna e un uliveto circondano la casa. “Sono fiero dei due esemplari di 15 metri, che ho piantato di recente e già regalano ombra: un acero campestre dal tronco enorme e un tiglio che spande la sua chioma odorosa fra le due case”, conclude Benedikt. “Hanno trovato il posto giusto, sembrano lì da sempre”.