La donna fotografa per eccellenza: Vivian Maier

È tempo di scoprire l’arte di Vivian Maier: la mostra a lei dedicata è infatti pronta a svelare la fotografa ritrovata. Nella splendida cornice del bolognese Palazzo Pallavicini, il percorso espositivo a cura di Anne Morin è pronto a regalare squarci di gioie inattese.

Le sali rinascimentali del palazzo apriranno le porte fino al 27 Maggio per raccontare la storia di una delle prime donne fotografe. La mostra è stata realizzata sulla base delle foto dell’archivio Maloof Collection e della Howard Greendberg Gallery di New York e si muove sulla scorta di una delle più celebri affermazioni della Maier:

“Nessuno è eterno, bisogna lasciare il posto agli altri, è un ciclo. Abbiamo tempo fino alla fine e poi un altro prenderà il nostro posto. E’ tempo di chiudere e tornare al lavoro”.

Una scoperta sorprendente

Correva il 2007 quando Maloof, il figlio di un rigattiere acquistava in un’asta gli effetti personali femminili di Vivian Maier, una bambinaia di Chicago. Tra questi beni c’era anche una cassa piena di rullini ancora da sviluppare: erano le strabilianti fotografie scattate dalla Maier. Lo stile è senz’altro moderno, intervallato di dettagli evocativi e una quotidianità commovente. Pur colta da un’improvvisa, quanto impensata, fama, la Maier godrà del riconoscimento del suo merito solo per un paio d’anni: morirà nel 2009, diventando un fenomeno mondiale.

La mostra offre ai visitatori un percorso espositivo contraddistinto da differenti sezioni tematiche:  infanzia, autoritratti, ritratti, vita di strada, oggetti e colore. La Morin si è occupata di una selezione accurata delle migliaia di fotografie a disposizione, giungendo infine alla presentazione di 120 fotografie in bianco e nero.

Di esse, 10 sono in grande formato, 90 in formato medio e 20 sono invece a colori, e risalgono alla produzione degli anni Settanta.

Perché visitare la mostra?

A spiegare, in sintesi, le motivazioni per cui la mostra si rende imprescindibile ci pensa lo studioso Marvin Heiferman:

“Seppur scattate decenni or sono, le fotografie di Vivian Maier hanno molto da dire sul nostro presente, in maniera profonda e inaspettata. Maier si dedicò alla fotografia anima e corpo, la praticò con disciplina e usò questo linguaggio per dare struttura e senso alla propria vita, conservando però gelosamente le immagini che realizzava senza parlarne, condividerle o utilizzarle per comunicare con il prossimo”.

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