Spesso, le cose belle sono proprio dove meno te le aspetti. Appaiono per ricordarti un passato sfolgorante e personalità magnanime che hanno saputo guardare lontano, in grado di regalare piccoli grandi tesori anche a una cittadina Brianzola. Succede a Lentate sul Seveso, adagiata sull’omonimo fiume lungo il corso della Comasina, arteria del nord di Milano celebre ora e già ben nota anche in epoca romana. L’opera che invece nessuno si immagina di trovare e di importante valore è l’Oratorio di Santo Stefano con il suo ciclo di affreschi tra i più importanti della Lombardia medievale.

Quando il Conte Stefano Porro volle una cappella palatina tutta per sé

Il navigatore si ferma in piazza San Vito a Lentate sul Seveso, il calendario invece, torna indietro fino al 1369 quando il Conte Stefano Porro, personaggio potente e uomo di fiducia dei fratelli Gian Galeazzo e Bernabò Visconti, Signori di Milano, ed ambasciatore di questi presso la corte dell’Imperatore Carlo IV di Boemia, fece costruire il suo mausoleo e cappella palatina. Un po’ era la moda del tempo, un po’ il Conte bramava un posto privilegiato di preghiera per riconciliarsi a Dio: due suoi antenati erano stati coinvolti in un grave fatto di sangue. Meglio espiare le colpe in un luogo appartato e decorarlo con 43 riquadri raffiguranti la vita del protomartire. Ecco come nacque l’Oratorio di Santo Stefano.

A Lentate sul Seveso il ciclo di affreschi più importante della Lombardia medievale

La facciata dell’Oratorio di Santo Stefano è tra le più anonime, sebbene mostri i segni del tempo. Lo stesso si può facilmente dire della ripida scalinata che porta i visitatori davanti al piccolissimo portone. Per entrare, anche i meno alti si devono abbassare, rivolgendo lo sguardo verso il basso e prestando attenzione a non inciampare. Ma quando gli occhi ritornano a guardarsi attorno e – specialmente – verso l’alto, ecco che la meraviglia dell’opera voluta da Stefano Porro folgora la vista. Un ciclo di affreschi fra i più importanti della Lombardia medievale: 43 riquadri ricoprono interamente le pareti dell’aula e narrano – con il più vasto ciclo presente in Italia – la vita del Protomartire.

Gli affreschi dell’Oratorio di Santo Stefano

Di primo acchito sembra di essere davanti a una copia della più famosa cappella degli Scrovegni a Padova del 1300 e a ben guardare, molti sono i dettagli capaci di calare i singoli episodi nella società del tempo, rendendo così contemporanea la narrazione agiografica. Il più importante affresco dell’oratorio è la Crocefissione di Anovelo da Imbonate, della scuola di Giovanni da Milano (che fu discepolo di Giotto), il quale dipinge anche le vele e l’Imago pietatis posta sulla lunetta del portone d’entrata. Sull’arco trionfale sta il Giudizio Universale mentre, sulla destra dell’abside, la Donazione della cappella a S. Stefano: presente anche il Conte, inginocchiato, nell’atto di offrire la chiesa assieme a tutta la sua famiglia.

L’oratorio avrebbe dovuto conservare le spoglie mortali del conte Stefano e della sua famiglia. Le spoglie del nobile tuttavia non sono mai state trovate, neanche durante l’ultimo restauro: probabilmente non è mai stato riposto a Lentate.

Per visitare l’Oratorio di Santo Stefano a Lentate sul Seveso consultate gli orari di apertura qui.