Grande ritorno per Tancredi Parmeggiani

Al Peggy Guggenheim Museum a Venezia fino al 13 marzo 2017, torna la tanto attesa retrospettiva del pittore feltrino Tancredi Parmeggiani (Feltre 1927 – Roma 1964), uno tra gli artisti più interessanti e intensi del secondo dopoguerra.

Novanta opere che racchiudono i suoi primi lavori giovanili come i ritratti, gli autoritratti e le prime sperimentazioni su carta, in cui vige l’astrattismo e la produzione artistica del secondo periodo, negli anni ’60, in cui Tancredi Parmeggiani vive una profonda crisi e questa si rifletterà nelle sue opere.

La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba”, è la frase con cui Tancredi Parmeggiani reagisce artisticamente ai numerosi conflitti dell’epoca, dal Vietnam alla guerra in Algeria, alla tensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Da questo momento la sua produzione artistica si caratterizzerà da una profonda vena politica ed esistenziale, in completa opposizione alla guerra fredda e al periodo teso di quegli anni e i tre i dipinti della serie Hiroshima (1962) ne sono l’esempio più significativo.

 

Tancredi, con la sua pittura, crea una nuova filosofia poetica per coloro che non posseggono né telescopi né razzi: quanto fortunati noi che abbiamo tali cristallizzazioni da trasportarci sani e salvi, verso altri mondi – Peggy Guggenheim

 

La parte conclusiva dell’esposizione è dedicata ai collage-dipinti, eseguiti tra il 1962 e il 1963, denominati Diari paesani e i Fiori dipinti da me e da altri al 101%, la vera rivelazione di questa mostra, eccezionali esempi di  verve creativa e di drammatica euforia. Un percorso pittorico e artistico segnato dalla genialità e sregolatezza, dedicato in toto alla complessità della natura e all’uomo.

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Fonti foto:

guggenheim-venice.it

mazzoleniart.com