Il SuperDesign italiano è raccontato a New York

Il made in Italy va in mostra a New York: è merito di SuperDesign, una rassegna a cura di Maria Cristina Didero.

Ospitata alla galleria R&Company, la mostra è allestita fino al 4 Gennaio. E mette in scena e inquadra in prospettiva attuale lo storico Design Radicale, fulcro nevralgico del design contemporaneo.

La rivoluzione del design in un’ottica sociologica

Lo stravolgimento apportato dalla corrente di metà Novecento, infatti, non era solamente pura avanguardia, ma ha consentito di rinnovare il modo di fare design, avvicinandolo ad un’ottica ideologica e sociale.

Concorreva alla temperie culturale che partorì il design radicale l’emancipazione tipica degli Anni Sessanta, spesso in rivolta con le istituzioni e l’allure patinata del lato commerciale del design. Il Design Radicale affondava invece a piene mani nel mondo dell’arte, in particolar modo ispirandosi alla Pop Art e al Surrealismo: sempre più personale e meno asettico, oil design arredava con coscienza e senza orpelli.

Record di presenze illustri

Per raccontare il movimento, la mostra si propone di presentarne i simboli noti – impossibile dimenticare il sensuale Sofà Bocca – ma anche i materiali d’archivio inediti, riguardanti abitazioni private come locali notturni.

E per la prima volta vengono riunite tutte insieme le opere di Studio 65, Archizoom Associati ed Ettore Sottsass. E poi Ugo La Pietra, Piero Gilardi, Gianni Ruffi, Superstudio e così via.

L’attualità della mostra

Interrogata sull’urgenza di una mostra simile, la Didero così infatti spiega:

“Oggi una riflessione sul Design Radicale non è una questione sentimentale. Anzi, nella nostra epoca è interessante analizzare le ragioni per cui i suoi esponenti creassero arredi e oggetti esasperatamente eccentrici – come lo erano i loro strumenti teorici e pratici – per affermare diritti civili e politici che hanno ancora un significato per noi oggi”.

Accompagnata la mostra un catalogo edito Monacelli Press, a cura della stessa Didero. E presenta un’introduzione di Evan Snyderman e testi di Deyan Sudjic e Catharine Rossi. Conclude l’esperienza un lungometraggio dalla regia di Francesca Molteni: attraverso interviste con designer d’avanguardia svelerà nuovi retroscena su questo movimento fondamentale.