Preparati all’ordine con lo Spirito wabi

Sai esattamente cos’è lo Spirito wabi? Dopo averlo raccontato in tre grandi mostre (nel 2007, 2008 e 2009), il collezionista e interior designer Axel Vervoordt lo svela con acume nell’omonimo libro edito Ippocampo.

Una creatura incredibile

Originario di Anversa, Vervoordt è un personaggio eclettico e raffinato. I suoi interessi spaziano infatti dall’antiquariato a quel tipo di architettura che ha come pilastri Lucio Fontana e il Movimento zero. Per questo progetto editoriale si è fatto ispirare dal Libro d’Ombra e dal celebre Wabi-Sabi per artisti, designer, poeti e filosofi di Leonard Koren.

Dopo un viaggio in Estremo Oriente, e l’incontro con l’architetto giapponese Tatsuro Miki, il designer belga ha voluto dare un nuova definizione all’arcaico concetto di wabi.

La tradizione dell’essenziale

Lo spirito nasce nel XII secolo in Giappone: il suo compito è quello di instillare umiltà e rifiuto per tutto ciò che possa essere considerato superfluo. Il tipico minimalismo zen, in qualche modo, nasce qui. L’ammirazione per l’essenziale e per la semplicità è in effetti parte dell’antica cerimonia del tè e, di conseguenza, della ceramica raku.

Esiste ancora lo spirito wabi? Il libro di Vervoordt attraversa i paesi, dalla Svizzera alla Corea, per rintracciarlo nelle nuove tendenze dell’interior design che stanno riformulando il canone wabi. E costituendo una nuova filosofia di vita, che mira a catturare la bellezza dell’imperfezione e farla propria, per imparare a costruire un ambiente che sia in sintonia con il nostro spirito.