DI MARCO BAY

Gesti quotidiani e letame per l’orto

Un quadro immerso nel silenzio della piccola valle, dove la mattina si avverte solo il tamburellare del picchio sulla corteccia della quercia. Un quadrato rubato al verde argento cangiante dell’uliveto di taggiasche, qui la nuda terra respira e sprigiona i suoi profumi evidenziando gli ortaggi ordinati in fila: un vero paesaggio italiano.
Dopo la sbornia della moda “made in Italy”, ora domina la cucina e il crescente interesse per l’orto preferibilmente a metro zero. Purtroppo un trend effimero fatto di orti pensili, verticali, per esposizioni universali: quando l’orto richiede invece attenzioni costanti e capacità non indifferenti che si affinano col tempo. Nel coltivarlo i contadini, con i loro gesti quotidiani, sono i veri maestri; nel mio infatti ho imparato da Ugo a legare i pomodori alle canne con i giovani rami dello Spartium Junceum che cresce spontaneo lì vicino. Cura e passione per la terra e magnifica gratificazione con il raccolto. I fratelli Gramaglia di Collegno sono il riferimento personale per la produzione di ortaggi perché, oltre ad avere un prezioso catalogo, sono sempre particolarmente impegnati nella ricerca di novità orticole. Questa primavera Marco mi ha anticipato che sta preparando una serie di fiori commestibili, esporrà petunie e garofani, purchè poi siano coltivati con pratiche bio! Naturalmente non deve mai mancare lo stallatico, il più nobile dei concimi. Recentemente ho scoperto un profumo: Sterchus, dove si coglie un’attenzione speciale verso i colori della terra e il verde delle piante; la fragranza per il corpo è vissuta come un giardino i cui odori sono lo specchio della sua anima. Esistono però anche dei gesti differenti come per “Waldputz” dell’artista contemporaneo Michael Sailstorfer: un paesaggio interrotto, dove la terra, una volta fertile, è stata privata della sua vegetazione e gli alberi sono stati scortecciati come metafora del nostro distacco quotidiano dall’ambiente naturale. Non ci deve scandalizzare, ma far riflettere sul senso profondo di questa inquietante verità. La moda del coltivare la terra coinvolge anche l’agricoltura, come quel campo di grano in Porta Nuova che crescerà tra l’inquinamento urbano e l’ombra dei grattacieli. E del raccolto che cosa ne faremo?