SERVIZIO E TESTO DI MARGHERITA DALLAI / FOTO DI ANDREA VIERUCCI

A ROMA, NEL CUORE DI TRASTEVERE, LA CASA DI GAIA E GIORGIO FRANCHETTI DOVE CONVIVONO ARTE E  BELLEZZA E LA COLLEZIONE DI  STOFFE TESSUTE A MANO DELL’ATELIER INDOROMAN

Alla bella casa romana, un tempo Cereria Pontificia, si accede da un portone di ferro accolti da un banyan, l’albero sacro a Budda, che la padrona di casa, Gaia Franchetti deve ogni anno tenere a bada con energiche potature. È arrivato, minuscolo, dall’India, gradito dono di un amico, Luigi Ontani, e da subito ha manifestato il suo gradimento con una crescita esuberante. Il giardino, ancora fiorito in questo languido autunno che si dispiega lentamente come un filo di caramello, è racchiuso da un cortile dove al centro è posta, come nelle case dell’antica Roma, una vasca alimentata da una sorgente sotterranea. L’arte, l’India e i sottili rimandi all’antica Roma rappresentano l’essenza e la fascinazione della casa. Comprata nel 1984 da Gaia e dal marito Giorgio Franchetti,  grande collezionista, l’antica Cereria è una delle quattro case che hanno costruito insieme. Oltre alla passione per l’arte, Giorgio ne aveva un’altra che coltivava con grande talento, meno nota ma altrettanto presente nella sua vita: restaurare bei fabbricati in rovina. La ex Cereria lo ha tenuto (felicemente) impegnato con i lavori. Le vetrate da cui entra la bella luce di Roma sono quelle originali ma i materiali, tutti di recupero, sono stati selezionati dal suo occhio esperto. I frammenti di marmo antichi trovati durante gli scavi sono stati composti e incastonati in un pavimento di un interno. La figlia di Giorgio, Marion Franchetti, li ha dipinti nelle tavole di un soffitto a cassettoni. Un omaggio poetico al passaggio delle civiltà, alle sedimentazioni di esistenze che lasciano nei materiali antichi vibrazioni sottili. L’arte e il collezionismo sono temi legati a doppio filo alla famiglia Franchetti: (è stato un suo nonno, omonimo, Giorgio Franchetti, a restaurare e donare allo stato la Ca’ d’Oro di Venezia). Nella casa romana sono molti i dipinti di Tano Festa, pittore amico di Giorgio, da lui considerato come un alter ego. Ma non mancano creazioni di altri artisti, anche di famiglia, come i bei quadri di Alessandro Twombly, nipote di Gaia e Giorgio, e gli oggetti disegnati e realizzati dal loro figlio Pietroarco Franchetti. E L’India? Il banyan non è certo l’unica presenza. In un’ala del giardino si trova Indoroman, Emporio creato da Gaia che, fra le tante meraviglie, accoglie una bellissima collezione di khadi,  stoffe indiane tessute a mano secondo tradizioni millenarie.