L’invisibilità è una capacità desiderata ma mai ottenuta (Harry Potter escluso, ovviamente). Solo alcuni rappresentanti del regno animale vi si sono avvicinati adoperandosi con la mimetizzazione. Tutto ciò però, accadeva prima dell’uomo invisibile. È Liu Bolin, l’artista cinese celebre per le sue straordinarie performances nell’arte del camouflage che l’hanno reso apprezzato dal pubblico internazionale e scelto dai maggiori brand per le loro campagne pubblicitarie. È alla sua arte che è dedicata la mostra Liu Bolin – The invisible man al Complesso del Vittoriano – Ala Brasini di Roma fino al 1 Luglio 2018.  Un percorso immersivo in cui lasciarsi sorprendere a ogni invisibilità resa visibile.

L’invisibilità è una qualità desiderata ma mai ottenuta (Harry Potter escluso, ovviamente). Solo alcuni rappresentanti del regno animale vi si sono avvicinati adoperandosi con la mimetizzazione. Questo succedeva prima dell’uomo invisibile. È Liu Bolin, l’artista cinese celebre per le sue straordinarie performances nell’arte del camouflage che l’hanno reso apprezzato dal pubblico internazionale e scelto dai maggiori brand per le loro campagne pubblicitarie. È alla sua arte che è dedicata la mostra “Liu Bolin – The invisible man” al Complesso del Vittoriano – Ala Brasini di Roma fino al 1 Luglio 2018. Un percorso immersivo in cui lasciarsi sorprendere a ogni… invisibilità. Per chi non conoscesse la sua acclamata storia, tutto ebbe inizio nel 2005 quando l'amministrazione di Pechino ordina di abbattere il quartiere Suojia Village, dove risiedono molti artisti critici con il governo. Liu Bolin si mimetizza con le macerie del suo studio, si fa fotografare e divulga la foto dando il via a una protesta silenziosa e "trasparente", riscuotendo allo stesso tempo un inaspettato successo. Da allora le sue performances si susseguono: il contesto cambia, ma ciò che non cambia mai è la metodologia utilizzata: Liu Bolin immobile come una scultura vivente e perfettamente integrato al paesaggio retrostante grazie a un accurato body-painting. Il silenzio della composizione atterra lo spettatore e al contempo riesce nel suo obiettivo: comunicare in maniera efficace ciò che accade nel presente, tra il peso di quello che è stato e le conseguenze del progresso. Il camaleonte La sua arte camaleontica è stata apprezzata e notata anche dai grandi brand che lo hanno scelto per pubblicizzare il proprio marchio. Uno fra tutti Moncler che con la campagna pubblicitaria per la stagione autunno-inverno 2017/18 aveva portato Liu tra gli iceberg dell’Islanda, per poi farlo magistralmente sparire in una palette di tonalità di grigi ed evanescenti azzurri. Oltre 70 le opere presenti a Liu Bolin – The invisible man ambientate in tutto il mondo e che raccontano la storia dell’artista, dalla prima perfomance a Pechino fino agli scatti più recenti del 2017 alla Reggia di Caserta e al Colosseo. E, in occasione della mostra romana, curata da Raffaele Gavarro, organizzata da Arthemisia, e realizzata con il patrocinio della Regione Lazio, un’attenzione particolare è stata dedicata ai luoghi dell’italianità. Spiccano i due templi della lirica come il Teatro alla Scala di Milano e l'Arena di Verona, nonché capolavori dell’arte quali la statua di Paolina Bonaparte Borghese di Antonio Canova, gli affreschi di Pompei, la magia di Venezia.

L’uomo camaleonte

Per chi non conoscesse la sua acclamata storia, tutto ebbe inizio nel 2005 quando l’amministrazione di Pechino ordinò di abbattere il quartiere Suojia Village, dove risiedevano molti artisti critici con il governo. Liu Bolin si mimetizza con le macerie del suo studio, si fa fotografare e divulga la foto dando il via a una protesta silenziosa e “trasparente”, riscuotendo allo stesso tempo un inaspettato successo.

Da allora le sue performances si susseguono: il contesto cambia, ma ciò che non cambia mai è la metodologia utilizzata: Liu Bolin immobile come una scultura vivente e perfettamente integrato al paesaggio retrostante grazie a un accurato body-painting. Il silenzio della composizione atterra lo spettatore e al contempo riesce nel suo obiettivo: comunicare in maniera efficace ciò che accade nel presente, tra il peso di quello che è stato e le conseguenze del progresso.

Tra gli iceberg con Moncler

La sua arte camaleontica è stata apprezzata e notata anche dai grandi brand che lo hanno scelto per pubblicizzare il proprio marchio. Uno fra tutti Moncler che con la campagna pubblicitaria per la stagione autunno-inverno 2017/18 aveva portato Liu tra gli iceberg dell’Islanda, per poi farlo magistralmente sparire in una palette di tonalità di grigi ed evanescenti azzurri.

Liu Bolin - The invisible man in mostra al Complesso del Vittoriano

A Liu Bolin – The Invisible man spazio privilegiato per il Bel Paese

Oltre 70 le opere presenti a Liu Bolin – The invisible man ambientate in tutto il mondo e che raccontano la storia dell’artista, dalla prima perfomance a Pechino fino agli scatti più recenti del 2017 alla Reggia di Caserta e al Colosseo. E, in occasione della mostra romana, curata da Raffaele Gavarro, organizzata da Arthemisia, e realizzata con il patrocinio della Regione Lazio, un’attenzione particolare è stata dedicata ai luoghi dell’italianità. Spiccano i due templi della lirica come il Teatro alla Scala di Milano e l’Arena di Verona, nonché capolavori dell’arte quali la statua di Paolina Bonaparte Borghese di Antonio Canova, gli affreschi di Pompei, la magia di Venezia.

L’invisibilità è una qualità desiderata ma mai ottenuta (Harry Potter escluso, ovviamente). Solo alcuni rappresentanti del regno animale vi si sono avvicinati adoperandosi con la mimetizzazione. Questo succedeva prima dell’uomo invisibile. È Liu Bolin, l’artista cinese celebre per le sue straordinarie performances nell’arte del camouflage che l’hanno reso apprezzato dal pubblico internazionale e scelto dai maggiori brand per le loro campagne pubblicitarie. È alla sua arte che è dedicata la mostra “Liu Bolin – The invisible man” al Complesso del Vittoriano – Ala Brasini di Roma fino al 1 Luglio 2018. Un percorso immersivo in cui lasciarsi sorprendere a ogni… invisibilità. Per chi non conoscesse la sua acclamata storia, tutto ebbe inizio nel 2005 quando l'amministrazione di Pechino ordina di abbattere il quartiere Suojia Village, dove risiedono molti artisti critici con il governo. Liu Bolin si mimetizza con le macerie del suo studio, si fa fotografare e divulga la foto dando il via a una protesta silenziosa e "trasparente", riscuotendo allo stesso tempo un inaspettato successo. Da allora le sue performances si susseguono: il contesto cambia, ma ciò che non cambia mai è la metodologia utilizzata: Liu Bolin immobile come una scultura vivente e perfettamente integrato al paesaggio retrostante grazie a un accurato body-painting. Il silenzio della composizione atterra lo spettatore e al contempo riesce nel suo obiettivo: comunicare in maniera efficace ciò che accade nel presente, tra il peso di quello che è stato e le conseguenze del progresso. Il camaleonte La sua arte camaleontica è stata apprezzata e notata anche dai grandi brand che lo hanno scelto per pubblicizzare il proprio marchio. Uno fra tutti Moncler che con la campagna pubblicitaria per la stagione autunno-inverno 2017/18 aveva portato Liu tra gli iceberg dell’Islanda, per poi farlo magistralmente sparire in una palette di tonalità di grigi ed evanescenti azzurri. Oltre 70 le opere presenti a Liu Bolin – The invisible man ambientate in tutto il mondo e che raccontano la storia dell’artista, dalla prima perfomance a Pechino fino agli scatti più recenti del 2017 alla Reggia di Caserta e al Colosseo. E, in occasione della mostra romana, curata da Raffaele Gavarro, organizzata da Arthemisia, e realizzata con il patrocinio della Regione Lazio, un’attenzione particolare è stata dedicata ai luoghi dell’italianità. Spiccano i due templi della lirica come il Teatro alla Scala di Milano e l'Arena di Verona, nonché capolavori dell’arte quali la statua di Paolina Bonaparte Borghese di Antonio Canova, gli affreschi di Pompei, la magia di Venezia.

L’invisibilità è una qualità desiderata ma mai ottenuta (Harry Potter escluso, ovviamente). Solo alcuni rappresentanti del regno animale vi si sono avvicinati adoperandosi con la mimetizzazione. Questo succedeva prima dell’uomo invisibile. È Liu Bolin, l’artista cinese celebre per le sue straordinarie performances nell’arte del camouflage che l’hanno reso apprezzato dal pubblico internazionale e scelto dai maggiori brand per le loro campagne pubblicitarie. È alla sua arte che è dedicata la mostra “Liu Bolin – The invisible man” al Complesso del Vittoriano – Ala Brasini di Roma fino al 1 Luglio 2018. Un percorso immersivo in cui lasciarsi sorprendere a ogni… invisibilità. Per chi non conoscesse la sua acclamata storia, tutto ebbe inizio nel 2005 quando l'amministrazione di Pechino ordina di abbattere il quartiere Suojia Village, dove risiedono molti artisti critici con il governo. Liu Bolin si mimetizza con le macerie del suo studio, si fa fotografare e divulga la foto dando il via a una protesta silenziosa e "trasparente", riscuotendo allo stesso tempo un inaspettato successo. Da allora le sue performances si susseguono: il contesto cambia, ma ciò che non cambia mai è la metodologia utilizzata: Liu Bolin immobile come una scultura vivente e perfettamente integrato al paesaggio retrostante grazie a un accurato body-painting. Il silenzio della composizione atterra lo spettatore e al contempo riesce nel suo obiettivo: comunicare in maniera efficace ciò che accade nel presente, tra il peso di quello che è stato e le conseguenze del progresso. Il camaleonte La sua arte camaleontica è stata apprezzata e notata anche dai grandi brand che lo hanno scelto per pubblicizzare il proprio marchio. Uno fra tutti Moncler che con la campagna pubblicitaria per la stagione autunno-inverno 2017/18 aveva portato Liu tra gli iceberg dell’Islanda, per poi farlo magistralmente sparire in una palette di tonalità di grigi ed evanescenti azzurri. Oltre 70 le opere presenti a Liu Bolin – The invisible man ambientate in tutto il mondo e che raccontano la storia dell’artista, dalla prima perfomance a Pechino fino agli scatti più recenti del 2017 alla Reggia di Caserta e al Colosseo. E, in occasione della mostra romana, curata da Raffaele Gavarro, organizzata da Arthemisia, e realizzata con il patrocinio della Regione Lazio, un’attenzione particolare è stata dedicata ai luoghi dell’italianità. Spiccano i due templi della lirica come il Teatro alla Scala di Milano e l'Arena di Verona, nonché capolavori dell’arte quali la statua di Paolina Bonaparte Borghese di Antonio Canova, gli affreschi di Pompei, la magia di Venezia.
Sala del Trono – Reggia di Caserta