Il futuro è nel mare: il progetto di Nautilab

A Palermo è nato il coraggioso progetto Nautilab, che ingaggia la lotta contro la dispersione scolastica attraverso l’innovazione tecnologica. Una scuola superiore è così diventata un vero e proprio cantiere nautico innovativo: lo scopo è la progettazione di una barca a vela ex novo.

Scopri tutti i dettagli di questo speciale progetto direttamente dalla voce del team.

La squadra di Nautilab racconta il progetto

  1. Quando nasce questo progetto e sulla scorta di quale esigenza?

Risponde Marco Vella (associazione L’ErbaVoglio), coordinatore del progetto educativo

Il progetto nasce da alcuni partner eterogenei tra di loro. L’Associazione di Promozione Sociale L’ErbaVoglio, che opera da anni nel territorio di Palermo. C’è poi l’Istituto Tecnico ad Indirizzo Tecnologico Vittorio Emanuele III, che (tra le altre cose) ci ospita nel suo FabLab@School. E YAM Srl, una startup che lavora nell’innovazione nel settore nautico, focalizzandosi sul 3D printing soprattutto con il brand Livrea Yacht. Infine l’Assessorato alla Scuola del comune di Palermo. Una volta ottenuto il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, il progetto ha preso il via circa un anno fa. A maggio abbiamo selezionato i ragazzi e a giugno sono iniziate le lezioni. Abbiamo iniziato questo percorso con l’intento di valorizzare le competenze socio-culturali, lavorative, personali e interpersonali dei giovani nel territorio di Palermo. Vogliamo farlo con un progetto pilota, all’avanguardia, che sfrutta le competenze tecnologiche più avanzate e le porta nel cuore del nostro territorio.

Il contesto sociale di Nautilab

  1. Il contesto sociale in cui si inserisce non è facile: qual è stata la risposta dei giovani palermitani?

Risponde Francesco Belvisi, Yam Srl / Livrea Yacht, che sta conducendo i laboratori con i ragazzi

I ragazzi entrati in squadra ci hanno davvero colpito con il loro entusiasmo e con la loro preparazione. Molti di loro sono neodiplomati dell’Iti Vittorio Emanuele III e sono alla ricerca del primo impiego (non senza qualche difficoltà), o si sono appena iscritti all’università. Da un lato, quindi, hanno una grande manualità e sono abituati a lavorare i macchinari propri di un cantiere. Dall’altro lato, per la prima volta si trovano a confronto con tecnologie molto avanzate e con la necessità di “fare gruppo” per raggiungere un risultato non facile, che richiede mesi e mesi di impegno. Una sfida che hanno accolto in modo aperto e propositivo, dimostrandoci ancora una volta che Palermo ha un grosso capitale umano da spendere.

Il futuro del progetto

  1. Il payoff del progetto recita “Immaginiamo il futuro attraverso il mare”. Qual è il futuro di questo progetto, e quali tappe intermedie prevede?

Risponde Daniele Cevola, Yam Srl / Livrea Yacht

Il futuro sarà ad altissimo tasso di tecnologia. L’obiettivo è quello di realizzare un Mini 650, una barca di soli 6 metri e mezzo progettata, costruita ed equipaggiata per attraversare gli Oceani in equipaggio ridotto o addirittura in solitaria. Si tratta di un “proto”, cioè un prototipo, un esemplare unico progettato e realizzato esclusivamente per questo progetto. Mettendo a sistema le competenze di Livrea Yacht, che lavora da quattro anni sullo studio di soluzioni di fabbricazione additiva orientate alla nautica, ci siamo dati un obiettivo particolarmente ambizioso: il nostro Mini sarà la prima barca realizzata con la stampa 3D. E vogliamo riuscirci in tempo per gareggiare alla Mini Transat 2019, una regata transatlantica in solitario che parte dalla Francia e arriva in Sud America, coprendo 4.000 miglia.