Valentina Casalini

Valentina Casalini è una fotografa, nata a Trento nel 1987. Lì si è laureata in Beni Culturali e ha completato il suo percorso formativo a Urbino, presso l’ISIA Istituto superiore per le industrie artistiche.

Ha abitato, frequentato e fotografato molte città; oggi vive sui lati di un triangolo che la porta dall’Italia, a New York e a Londra, per seguire i contest e le esposizioni legate ai suoi scatti.

Le sue fotografie sono state esposte in scenari personali e collettivi, italiani e internazionali. Tra i paesi esteri che hanno apprezzato la sua arte e  ne hanno ospitato i prodotti troviamo, oltre all’Italia, il Canada, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, … .

I suoi interessi culturali s’incentrano sui temi dell’architettura e dello studio urbano e del territorio, che “legge” con la sua macchina fotografica, nella convinzione di scovare ritratti e suggestioni della società espressa in immagini.

L’attività

Con i suoi lavori dipana una sorta di fil rouge, che unisce spazi sociali diversi in vari contesti metropolitani, per realizzare sintesi di vita vissuta, nei panni di “cittadina del mondo“.

Per Valentina Casalini la macchina fotografica è, ad un tempo, strumento di lavoro, chiave di decrittazione della realtà e mezzo per acquisire punti di vista o realizzare riflessioni, da condividere nelle opere finite.

Osservando le sue immagini, si può notare che sono state spesso acquisite di notte o al crepuscolo. I soggetti sono gli skyline di luoghi abitativi o produttivi, decontestualizzati, grazie all’ora e alle sue intuizioni visive.

Si notano anche luoghi di transito, di passaggio, per lo più vuoti o con pochi, anonimi camminatori. Il bianco e nero, assai frequente, completa questa trasposizione di spazi della quotidianità in un mondo altro, disegnando percorsi senza geografia.

Percezione urbana

La connotazione urbana che scaturisce dai lavori di Valentina è straniante, benché mai ansiogena. Ci regala l’impressione di percorrere tratti di strada che non conosciamo, ma che hanno, comunque, qualcosa di familiare … note di malinconia e di poesia.

Le architetture ci comunicano i loro mood e un po’ … ci parlano, a voce bassa, quasi un bisbiglio, per ricordarci che facciamo parte di un’umanità che dà il suo meglio quando costruisce per crescere.

Le immagini della cover e della galleria sono state tratte dal sito internet dell’artista e dall’altro suo spazio sul web; vi consiglio di visitarli entrambi. La sezione Homeland del secondo link rappresenta in pieno il senso di ritorno a casa … per vie sconosciute.