DI GUIDO PIACENZA
 

Alla Borsa delle piante nel giardino botanico di Nizza

Un’esperienza per pochi. Venerdì pomeriggio mia moglie è in serra. Dopo un po’ esce con alcune cassette contenenti vasetti con piantine varie che vengono portate su, vicino alla macchina. Ore 22: “Oh, guardate di non farmi far tardi domattina se no vi mozzo il capo”. Mio figlio e io siamo abituati a questo genere di minacce. “A che ora?”, chiedo. ”Sveglia alle 7, mi raccomando”. Sabato mattina si caricano le piantine e alle 8 via per Nizza, uscita aeroporto poi su per la collina seguendo l’indicazione “Jardin botanique”. Prima delle 9 siamo all’ingresso, il piccolo posteggio è già pieno di “matti” con cassette di piante in mano che vengono posate su tavolini sistemati lungo il lato sinistro del piccolo viale che si addentra nel giardino botanico. Dobbiamo salire un po’ perché una ventina di postazioni sono già occupate. Mia moglie si ferma di continuo: “Bonjour madame Ursula, qu’avez vous amené de Bocanegra?”. Poi incontra il giovane curatore J.B. con un vassoio di microscopiche begonie con enormi etichette (in proporzione) “Voila vos bégonia Ursula, ca c’est un hybride”. Finalmente raggiungiamo il nostro tavolo e ci sediamo sulle due sedie in dotazione prima di esser travolti da una piccola vecchia signora che spingeva il suo carretto di piantine gridando “attention, attention” senza fare troppa attention alle nostre gambe. E poi le battute: “Eh Gerard, tu as de nouveau amené tes mauvaises herbes?…”. “Ah, ecoute mon vieux…”. Tutti portano piante che hanno in eccesso, da scambiare con qualcosa che non hanno o che hanno perso. Mia moglie ha portato una selezione di essenze botaniche, ognuna etichettata, come la bella Sophora secundiflora, un arbusto o piccolo albero del Messico e Texas sempreverde della famiglia delle Fabacee che fiorisce di un bel blu violetto. Gli altri invece portano piantine più alla buona, perlopiù erbacee perenni (meglio “perennanti” nel lessico botanico). L’atmosfera è molto gioviale e non mancano personaggi spiritosi e curiosi. È un momento conviviale, piacevole e importante in tempi in cui non ci si incontra più come una volta poiché ci si sposta chiusi in un’auto e si comunica con brevi messaggi. Vi è un’edizione primaverile e una ottobrina di Bourse aux plantes. Verso mezzogiorno c’è chi mangia una baguette, carica le piante sull’auto e via a casa. Con l’aiuto di un motore di ricerca potete facilmente sapere quando sarà la prossima edizione. Il giardino è pieno di piante interessanti del sud Stati Uniti, Sud Africa e Australia e l’etichettatura è impeccabile, il che accade abbastanza di rado. Il curatore mi ha detto che a breve amplieranno la parte alta introducendo nuove piante. Anche in Italia vi è un’associazione amatoriale i cui soci si incontrano per lo scambio di piante e semi, ma di questo parlerò prossimamente.