DI GUIDO PIACENZA

Gli alberi di New York e la strategia verde

Guido PiacenzaIn questa metropoli super antropizzata e cementificata vi sono alberi ovunque. Tralascio Central Park e la High Line e altri parchi minori. Nelle trafficate avenues che si estendono in direzione nord/sud molto spesso si possono notare alberi come le Gleditschia triacanthos var. Inermis, cioè senza spine, con baccelli simili al nostro Mediterraneo carrubo, e un fogliame minuto che colora di giallo in autunno. Si tratta di un albero americano assai diffuso in città come per esempio nella 5th avenue davanti alla cattedrale di Saint Patrick tra la 49 e la 51 west oppure più giù tra la 37 e la 38 con una bella forma slanciata. A Milano, mi pare vi siano esemplari in piazzale Baracca. Anche la Sophora japonica, con simile fogliame, la s’incontra spesso. Se uscite dalla subway a Penn Station, un po’ sotto Times Square, vi trovate al Madison Square Garden. Noterete delle belle piccole querce europee a portamento colonnare alte tre metri, piantate di recente intorno all’edificio circolare. È interessante osservare la scelta della forma dell’albero in quello spazio. Vi sono anche alcuni aceri. Se vi portate sulla Sesta avenue, davanti al curioso Flatiron Building del 1902 c’è Herald Square. In un piccolo spazio verde noterete degli alberelli di otto metri con foglia cuoriforme. Si tratta dell’americano Celtis occidentalis credo var. Magnifica con foglie e frutti più grossi della nostra specie europea Celtis australis (bagolaro o spaccasassi) assai frequente nelle nostre città da nord a sud. Più a nord, tra la quinta e la sesta avenue e tra la 40 e la 42 east, troverete Bryant Park (e una Public Library che va visitata). Intorno molti giovani platani (London planes) piantati con ordine equidistante. Una scritta dice: 269 alberi più 100 tra arbusti perenni, annuali e rampicanti. Le foglie dei piccoli rododendri sono belle verdi; ciò mi fa pensare che il terreno non sia calcareo. Anche giù nel Financial District, accanto a Wall Street, tra The Trump Building e la Chase Manhattan Bank, c’è una piazzetta rialzata tra Pine e William Street con 10 Zelkova serrata al centro di un’aiuola circolare tappezzata dalla comune Pachisandra terminalis, poi in contenitore una bassa siepe di Ilex a foglia piccola variegata di giallo. Contro un muro una Sophora jap. e infine 6 peri Pyrus calleryana probabilmente var. Bradford, una cultivar non spinosa creata alla Glenn Dale Station, nel Maryland. Come tappezzanti, ginepri, bossi ed evonomi. Oltre alle piante è interessante osservare la progettualità di quello spazio. Un’iniziativa straordinaria è quella del MTNYC (Million Trees NYC). Un progetto pubblico/privato con un traguardo ambizioso: quello di piantare e assistere un milione di nuovi alberi nei 5 quartieri (Bronx, Manhattan, Queens, Brooklyn, Staten Island) nella prossima decade. Si potrà così aumentare la foresta urbana con tutti i benefici che ne comporta. Chi paga? Il 70% la città (l’ente pubblico), il resto i privati. Da questo punto di vista gli americani non sono cugini degli inglesi, sono fratelli.