Il design che non c’è a Milano

È stata inaugurata il 17 febbraio Il design che non c’è, la seconda parte del progetto esposto presso la Triennale di Milano. Per l’occasione una serie di soluzioni proposte da designer professionisti e studenti per migliorare le zone d’ombra – come zone di disagio – della metropolitana italiana: lo scopo è migliorare la qualità della vita cittadina.

Nella prima parte del progetto ADI Lombardia si era concentrata sulle fotografie scattate direttamente dai cittadini, chiamati a narrare il degrado di Milano.

La nuova parte dell’iniziativa prevede invece, fino al 5 marzo, l’esposizione dei progetti realizzati da Alberto Meda, Ugo La Pietra, Makio Hasuike e Patrizia Pozzi con Angelo Jelmini e Duilio Forte, e dagli studenti del Politecnico di Milano e dello Ied Milano.

Tra tutti i progetti, è interessante segnalare Tree of lives ad opera di Pozzi, Jelmini e Forte, che affronta il tema dell’auto-espressione, come raccontano i tre creativi:

«L’obiettivo è quello di permettere a tutti di rappresentarsi e di esprimersi tramite pensieri, disegni, messaggi, arte, poesia, musica e danza».

Il loro punto di partenza è stato dunque quello del simbolo della vita, un albero che può essere inteso come spazio all’interno della città per potersi esprimere.

In occasione della mostra, nello spazio della biglietteria di fronte alla Triennale sarà collocato il primo Tree of lives dal titolo Yggdrasill Triennale 13217.