È il Castello di Sammezzano con il suo parco di circa 65 ettari, il capolavoro culturale di stampo orientale che si trova a Leccio, una frazione del Comune di Reggello, poco distante da Firenze.

Costruito nel XVI secolo, nel secolo successivo è stato trasformato in una splendida dimora di stile moresco su commissione del suo proprietario Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona che, tra l’altro, abitò il Castello per circa 40 anni.

Negli anni della sua permanenza fiorentina, Ferdinando progettò, finanziò e fece costruire il parco che abbraccia il Castello e l’intera dimora: in primis si occupò di modificare la struttura esistente dell’abitazione, poi della costruzione di nuove sale: la Sala d’ingresso nel 1853, il Corridoio delle Stalattiti nel 1862, la Sala da Ballo nel 1867 e la Torre centrale nel 1889.

In totale sono 365 le stanze decorate da stucchi, maioliche e piastrelle realizzate sul territorio, in loco, grazie ad una manodopera istruita su commissione e volontà di Ferdinando.

Ogni stanza è un mondo a parte, un viaggio culturale che Ferdinando non ha mai vissuto in prima persona, ma conosciuto, studiato e approfondito le culture orientali attraverso opere letterarie e progetti di architettura delle più importanti menti del passato.

Un percorso, quindi, alla scoperta dell’Oriente, passando per la Cina e l’Arabia fino ad arrivare alla Spagna.

Il Parco del Castello di Sammezzano, un’opera verde di rara bellezza

Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona è stato architetto, ingegnere, studioso d’oriente, e botanico. E per vocazione, non poteva pensare a non organizzare anche l’area verde che tinge il territorio limitrofo al Castello di Sammezzano.

Ben 65 ettari di verde ospitano infatti numerose piante rare ed esotiche con l’intenzione di introdurre gradualmente i visitatori nell’atmosfera completamente orientale che si respira dentro il Castello. Ma non solo, perché Ferdinando voleva custodire un’inestimabile patrimonio botanico che tutti avrebbero invidiato per bellezza e ricchezza.

Tra le piante più conosciute, ci sono le sequoie (e la cosiddetta “sequoia gemella” alta più di 50 metri e con una circonferenza di 8,4 metri), il leccio, la farnia, il cerro, la roverella e, altra rarità, la sughera. Completano il dipinto vivaistico gli aceri e i ginepri.

Elezione come Luogo del Cuore Fai

Il Castello di Sammezzano con il suo parco è stato eletto nel 2016 Luogo del Cuore Fai, il Fondo per l’Ambiente italiano. Il complesso ha infatti ricevuto all’ottavo censimento oltre 50mila preferenze occupando il primo posto tra gli oltre 33 mila luoghi italiani dimenticati o da salvaguardare.

Ma facciamo un salto indietro nel tempo per approfondire questo aspetto: fino agli anni sessanta la tenuta è stata residenza privata, successivamente affidata ad enti per gestione del turismo tra cui hotel di lusso. Dagli anni ’90 la chiusura definitiva. Per 15 anni è stata proprietà della Sammezzano Castle Srl, una società italo-inglese che aveva acquistato l’intero complesso all’asta. Oggi, purtroppo, è stato messo nuovamente all’asta ma sembrerebbe che la vendicata se la siano accaparrata gli Emirati arabi per più di 15 milioni di euro.

Vien da sé che, fino a quando non avremmo delle reali certezze del suo destino, il Castello di Sammezzano non sarà aperto al pubblico e nemmeno per visite guidate.

Via – Sito web del Castello