La Fattoria Toscanella Rimaggio di Francesco Colpizzi sorge su uno dei crinali che si aprono sulle colline intorno a Greve, nel cuore più antico del Chianti. 

 

 

Una residenza rurale elegante e semplice, ma prima ancora fattoria sperimentale, ospitata nel paesaggio più tipicamente toscano: collinare, disegnato dalle naturali geometrie di cipressi, boschi, olivi e dai lunghi filari dei vigneti.

In ossequio alla tradizione di famiglia, Egidio Colpizzi si era dedicato fin da giovanissimo alla gestione delle diverse terre in suo possesso, tutte dislocate nel Chianti. All’indomani del termine della seconda Guerra, aveva compreso subito le potenzialità delle nuove tecnologie, rivelandosi presto con un talento industrioso ed anticipatorio nell’Italia degli anni Cinquanta che stava assistendo, talvolta confusamente, all’inizio della fine del mondo rurale arcaico e mezzadrile. Colpizzi introduceva per primo in agricoltura l’uso massiccio dei caterpillar per scassare il terreno (allora spesso dissodato con i buoi) e degli elicotteri per i trattamenti delle piante (allora in genere fatti a mano dagli operai agricoli), scommettendo su quell’idea visionaria tutto quel che aveva di suo. Il coraggio da imprenditore però fu premiato e l’impresa si concretizzò in un successo. In quegli stessi anni, intanto, Colpizzi partecipava con altri imprenditori della zona alla realizzazione di una moderna cantina cooperativa, la Castelli del Grevepesa, che nel 1967 inaugurava la sua prima vendemmia e che ancora oggi, grazie all’opera dei suoi soci ed amministratori, tra i quali suo figlio Francesco, si attesta come il primo produttore di Chianti Gallo Nero.

Fu a quel momento che Egidio pensò che occorresse un’azienda tipica in cui mettere in pratica tutte le proprie teorie innovatrici: scegliendo di costruirsene una tutta sua che fosse un modello, in cui avrebbe sperimentato nuove tecniche e nuovi vitigni con l’aiuto di alcuni famosi docenti universitari. Comprò così cento ettari di terreni contigui da vari altri proprietari chiantigiani sui quali erano dislocate una serie di coloniche e case padronali e tra quelle scelse anche la propria residenza rurale: il Podere Pianacci della fattoria Toscanella-Rimaggio.

Caratteristica della casa, che ospitava ai piani bassi le stalle e le cucine, era un grande forno a legna per il pane, dalla forma piuttosto singolare, perché sormontato da una piccola cupola di brunelleschiana memoria e a cui era stato nei secoli affidato anche il compito di tenere calda la casa nei cui piani superiori abitavano, come da uso, i mezzadri affidatari del podere. 

 

 

 

 

 

Le modifiche fatte furono poche e la struttura della casa venne totalmente rispettata, mantenendo l’originario assetto: quelle che erano le ampie stalle del piano terra furono trasformate nei salotti e in una luminosa sala da pranzo. Al piano superiore rimasero le camere, così come era la destinazione anche nel mondo contadino. All’esterno della casa, in uno spazioso annesso, venne fatta perfino una sala da ballo.

 

Alla moglie Tosca Ermini, come accade sovente pure lei erede di un’altra famiglia di possidenti nella vicina Lamole dal 1071, Egidio Colpizzi affidò il compito di riallestire gli interni, ove lei approntò anche un piccolo studio, ad hoc per la sua più autentica passione, ovvero: tavolozza, pennelli e cavalletto. Tosca aveva frequentato, infatti, l’Accademia di Belle Arti di Firenze, negli anni delle post-avanguardie, ma senza farsi contaminare dall’astrattismo e preferendo sempre una pittura semplice e armonica, fatta di nature morte e paesaggi.  Con la stessa semplice armonia e raffinatezza dei propri quadri Tosca decise il restauro della casa col suo bel giardino e tali li ha lasciati oggi Francesco Colpizzi, che si divide tra questa tenuta del Chianti ed un suo nuovo acquisto maremmano in cui continua sempre a sperimentare                                                  … in ossequio alla tradizione di famiglia.