Gilles Clément rivela l’ispirazione di una carriera illustre

Gilles Clément è stato recentemente in Italia, premiato ad Orticolario (ve l’abbiamo raccontato qui), ma qualche anno fa Quodlibet ha pubblicato Ho costruito una casa da giardiniere.

Si tratta di un libro di appena 160 pagine, che racconta la straordinaria nascita della passione del filosofo e paesaggista francese. Nella cosiddetta valle delle Farfalle, quando era appena un bambino, durante un pomeriggio esplorativo dei dintorni Clément riuscì a costruire una casa. O meglio: una capanna di pietre.

Il ricordo guida la narrazione

È dal profondo della campagna francese, nei tempi moderni, che Clément rievoca i ricordi. Nella sua nuova casa il giardino si mette in movimento raccontando la natura, le differenze di specie, i pericoli ambientali.

“Quando ho comprato questo posto per venirci a vivere il mio progetto non era quello di costruire una casa con un giardino intorno. Era semmai il contrario: volevo abitare in un giardino”.

L’anima del paesaggista si racconta, svelando paure e passioni, in questo libro speciale e composito, che instaura un rapporto quasi religioso con l’ambiente. E svela al lettore che le anime candide sono quelle da trattare con più cura.

“Ma qui si trattava del mio giardino – della mia infanzia, potrei dire. Ho cercato allora di dispormi in dialogo con la natura. Prima di toccare qualsiasi cosa volevo capire, almeno un po’, quel che accadeva sotto i miei occhi e che mi sfuggiva quasi completamente. Abbiamo una conoscenza limitata della diversità e una nozione quasi nulla delle specificità comportamentali degli elementi che si muovono all’interno di questa diversità. Non siamo che ai primi balbettii nella riscoperta di quella natura così familiare ai nostri antenati, e che ci è divenuta completamente ermetica. Così mi feci quanto più silenzioso possibile. Ero come un invitato attento a non disturbare gli ospiti. Ero in visita presso le piante e gli animali”.