Russell Page è l’autore del progetto dei giardini di Villar Perosa che, rallegrati dai colori del tardo autunno, hanno come quinta naturale le montagne che circondano la Val Chisone, anche loro infiammate dal foliage. Il giardino, armonioso ed elegante, si apre sul paesaggio circostante. Come ogni giardino ben costruito offre, in ogni momento dell’anno, delizie e incanti. L’autunno è una stagione gloriosa, meno fiorita ed esuberante rispetto alla precedente, ma ugualmente ricca di fascino. L’assetto attuale è il risultato di dedizione, amore e interventi diversi, sempre armoniosi e felici. Marella Agnelli chiamò per risistemarlo, a metà degli anni 50, Russell Page, che portò in dote a questi giardini la sua cultura, non solo paesaggistica. Il giardino aveva subito nel corso dell’800 molte trasformazioni. Russell Page, d’accordo con Marella, ne ricercò la grazia settecentesca e come primo intervento aprì lo spazio in maniera da accogliere la luce e l’atmosfera del paesaggio circostante.

La vista della cupola juvarrana e del profilo delle montagne era finalmente libera. Il giardino, che si sviluppava intorno alla Villa, attribuita a Filippo Juvarra e dagli inizi dell’800 casa madre degli Agnelli, doveva, nelle intenzioni di Page, recuperare armonia, equilibrio ed essere unito alle montagne.

“Indipendentemente dalla sua natura o ubicazione, un giardino si può dire riuscito quando la composizione, i temi e le piante si incontrano tra loro e sono in armonia con il luogo”, scriveva Page nel suo libro ‘L’educazione di un giardiniere‘. “Lo scopo di un paesaggista, o almeno uno degli scopi, è quello di creare un paradiso che nasce dagli elementi già presenti sul luogo, gli unici che gli possono conferire il suo carattere particolare. È necessario, in ogni progetto, accentuare il genius loci”.

Numerosi i giochi d’acqua, che per Russel Page simboleggiava lo spirito più elevato della natura. Raccontava di averne appreso l’intima essenza durante un viaggio giovanile in Persia.  A Villar Perosa incanalò le acque di un ruscello tumultuoso in forte pendenza costruendo delle dighe che, alimentando laghetti di forme diverse e susseguendosi, formavano delle cascatelle dal ritmo e suono armonioso.

Dopo la scomparsa di Page, avvenuta nella metà degli anni 80, Paolo Pejrone, architetto e paesaggista piemontese, ha proseguito la sua opera. Marella Agnelli, con sensibilità ed eleganza  giardiniera da un lato, e Paolo Pejrone dall’altro, si sono dedicati a Villar Perosa in armonia con lo spirito di Russell Page. Molti gli interventi che da allora sono stati realizzati. Alcuni anche “delicati”, come la piscina e il padiglione progettati da Gae Aulenti. Quest’ultimo, costruito secondo l’architettura tradizionale giapponese, è stato rivestito con grandi tronchi di larici e abeti, provenienti da alberi del luogo. Marella desiderava che la piscina riflettesse i grigi e i verdi del bosco circostante. Così Gae, fra la perplessità generale, lastricò con mattonelle arancioni la vasca che, come per magia, una volta riempita di acqua assunse i colori del bosco. Lastricata di pietra grigia, la piscina è adornata da una bella siepe rigorosa e informale. I bossi, sagomati in guise diverse, affiorano da una vaporosa ed eterea fioritura, minuta ed elegante

Marella Agnelli, da quasi 60 anni nume tutelare del giardino, ha ben custodito, insieme a Russell Page, Paolo Pejrone, Gae Aulenti e ai fidi giardinieri, la sua creatura.

I giardini di Russell Page raccontati da Villegiardini

TESTO DI MARGHERITA DALLAI / FOTO DI DARIO FUSARO

 

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