Architettura invisibile in mostra a Roma

Si è aperta il 19 Gennaio a Roma la mostra Architettura invisibile, al Museo Carlo Bilotti, e si concluderà il 26 Marzo. Una raccolta dei progetti, dai più storici ai più recenti, del movimento metabolista in Giappone, che ha rivoluzionato il radicale sperimentale in Italia. La mostra si pone nell’ambito della celebrazione del 150° anniversario delle relazioni tra i due Paesi.

A cinquant’anni dall’esplosione di due fenomeni dell’avanguardia architettonica, la mostra vuole ripercorrere le tracce dei due movimenti, così lontani eppure paralleli nella ricerca. Stessi linguaggi, stessi strumenti e stessi temi indagati che hanno portato alla produzione straordinaria, con effetti che si leggono tutt’ora nell’architettura contemporanea.

L’utopia d’avanguardia giapponese si è imposta alla critica grazie a figure come gli urbanisti e architetti come Kiyonori Kikutake, Otaka, Fumihiko Maki, Kisho Kurokawa e dal critico Kawazoe. Il rifiuto delle regole obsolete, la fruibilità su larga scala e la flessibilità del cemento sono state le caratteristiche in comune con l’Italia, i cui esponenti radicali furono: Ettore Sottsass, Archizoom Associati, Superstudio, Remo Buti, Ugo La Pietra, Gaetano Pesce.

Curata da Rita Elvira Adamo, la mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.