L’anno dei borghi in Italia

Il Mibact ha nominato il 2017 Anno dei Borghi in Italia: è un’occasione da cogliere per scoprire le località antiche e meno famose del Bel Paese.

Che i borghi siano piccoli tesori da esplorare è una verità nota ed è per questo che il ministro Franceschini ha deciso di istituire il prossimo anno alla loro scoperta. Ecco qualche borgo che non puoi assolutamente perdere.

Alcuni borghi imperdibili nel nord Italia

C’è Balbido in Trentino, che con i suoi murales sugli antichi mestieri (come la mugnaia, lo spazzacamino, la lavandaia, gli ombrellai) dipinti sulle pareti esterne delle case fa parte dell’Associazione Paesi Dipinti. A partire dal 1987, nel corso degli anni vari artisti si sono succeduti per rappresentare quelle scene di vita quotidiana legate alla storia e alle tradizioni del paese.

Di particolare interesse, sempre nella stessa regione, è Rango. Un caso di nomen omen: questo era infatti il paese al limite al Passo del Durone, che collega la Val Giudicarie e la Val Rendena con il porto lacustre di Riva del Garda, base di partenza per il commercio verso la Repubblica di Venezia e la Pianura Padana

Qui si è sviluppata un’armonica struttura architettonica, in cui gli edifici si snodano tutti attaccati senza soluzione di continuità, e comunicano tra di loro attraverso un denso sistema di cunicoli e passaggi coperti. I vòlt, altrimenti detti volti a botte, servivano a ospitare durante la notte i pastori con le greggi.

Alcuni borghi imperdibili del centro e sud Italia

Spostandosi al centro Italia, non può mancare nella lista Civitacampomarano, un centro piccolissimo del molisano situato lungo un imponente sperone tufaceo e quasi completamente disabitato. È diventato negli ultimi tempi uno scenario per l’arte di strada: qui ci si cala nei ritmi lenti, si chiacchiera con le persone sedute sull’uscio di casa, ci si scatta una foto accanto a queste figure che sembrano farvi compagnia. E pian piano si arriva all’imponente castello Angioino, in piazza Municipio, che nessuno si aspetta di trovare in uno spazio così ristretto.

Ha una tradizione diabolica il borgo sardo Aggius: narra infatti la leggenda che in tempi antichi il diavolo si affacciasse al monte più incombente sul paese e facesse rimbombare il traballante masso di granito di “lu tamburu”. L’effetto era il terrore degli abitanti evocato con l’urlo di “Aggius mio, quando verrà il giorno in cui ti porterò via in un turbine”. Ma la natura vince i pregiudizi: Aggius è uno dei centri più belli e più antichi della Gallura. E vanta uno dei più bei panorami: immerso tra le rocce granitiche dalle forme più bizzarre, muretti a secco e nuraghi.

Dal Nord alle isole: c’è l’imbarazzo della scelta!